Skip to content
sonno-uomo

Sonnellino diurno e rischio di Parkinson, esiste un’associazione?

La possibile relazione causale tra il sonnellino diurno e il rischio di malattia di Parkinson (PD) rimane poco chiara, dato che gli studi prospettici forniscono prove limitate. Sulla questione è tornato ora un lavoro pubblicato su “BMC Medicine” da Fabin Lin dell’Università Fujian a Fuzhou, in Cina, e colleghi che hanno condotto un’analisi di randomizzazione mendeliana (MR).

Si tratta di uno studio prospettico di coorte che ha incluso 393.302 partecipanti, per 78.141 dei quali erano disponibili dati sul pisolino diurno misurato mediante accelerometro. Per stimare l’associazione tra la frequenza e la durata del sonnellino diurno e il rischio di PD è stata utilizzata la regressione proporzionale di Cox.

Inoltre, il ruolo dell’indice di immuno-infiammazione sistemica (SII) nell’associazione tra frequenza del sonnellino diurno e rischio di PD è stato valutato attraverso analisi di mediazione. Infine, l’associazione causale tra la frequenza del sonnellino diurno e il rischio di PD è stata esplorata in via preliminare conducendo analisi MR a due campioni.

La risonanza non ha confermato l’associazione tra sonnellino diurno e aumento del rischio di Parkinson

La durata mediana del follow-up è stata di 12,18 anni. I partecipanti che hanno riferito di dormire qualche volta o abitualmente hanno mostrato un rischio di PD significativamente più alto rispetto a quelli che non hanno mai o raramente dormito durante il giorno (“qualche volta”: hazard ratio (HR): 1,13; IC al 95%: 1,03-1,23; “abitualmente”: HR: 1,33; IC al 95%: 1,14-1,55) e la SII ha svolto un ruolo di mediazione in questa associazione.

Tuttavia, le analisi MR non hanno indicato che la frequenza del sonnellino diurno e il rischio di PD fossero significativamente associati. I partecipanti che hanno dormito per oltre 1 ora hanno mostrato un rischio di PD significativamente elevato (HR: 1,54; IC al 95%: 1,11-2,16). Inoltre, non è stata identificata alcuna interazione significativa tra la frequenza o la durata del pisolino e la suscettibilità genetica al PD (p per interazione >0,05).

Secondo le conclusioni degli autori, l’aumento della frequenza e della durata dei pisolini diurni è risultato associato a un aumento del rischio di Parkinson, ma non è stata osservata alcuna relazione causale tra la frequenza dei pisolini e il rischio di malattia nell’analisi MR. Per esplorare potenziali relazioni causali, sono necessari studi di coorte basati su GWAS e studi di risonanza magnetica più ampi.

Folco Claudi

Giornalista medico scientifico