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Ictus ischemico: un’angio-TC estesa migliora l’identificazione dei trombi cardioaortici

L’estensione caudale dell’angio-TC fino al mediastino superiore aumenta di oltre cinque volte la rilevazione di fonti emboliche rispetto alla metodica standard, senza rallentare i tempi diagnostici

Nel contesto dell’ictus ischemico, l’identificazione precoce delle fonti cardioemboliche è cruciale per ridurre il rischio di recidiva. Tuttavia, queste fonti rimangono spesso non identificate anche dopo una valutazione diagnostica completa, ostacolando l’avvio tempestivo di terapie mirate anticoagulanti.

Uno studio clinico randomizzato apparso su “Lancet Neurology” a prima firma di Luciano Sposato, della Western University di London, in Canada, ha recentemente valutato se una tomografia computerizzata angiografica (angio-TC) estesa dal capo fino ad almeno 6 cm sotto la carena tracheale potesse migliorare la rilevazione di trombi cardioaortici rispetto alla CT angiografica standard, nei pazienti valutati per ictus ischemico o attacco ischemico transitorio (TIA).

L’analisi a riguardato 830 pazienti adulti valutati durante un codice ictus acuto tra luglio 2023 e maggio 2024. I partecipanti sono stati randomizzati 1:1 a ricevere un’angio-TC standard o una versione estesa fino al mediastino superiore. I criteri di esclusione comprendevano allergia al mezzo di contrasto iodato, grave insufficienza renale e assenza di accesso venoso. Il disegno dello studio prevedeva la valutazione cieca degli esiti da parte di radiologi cardiotoracici, cardiologi e neurologi, per ridurre il rischio di bias interpretativo.

L’analisi modificata per intention-to-treat ha incluso 465 pazienti con diagnosi di ictus ischemico o TIA (226 nel gruppo angio-TC estesa, 239 nel gruppo standard). L’outcome primario di efficacia era la rilevazione di un trombo cardioaortico.

Questo è stato identificato in 20 pazienti (8,8%) nel gruppo angio-TC estesa, contro solo 4 pazienti (1,7%) nel gruppo standard, con un odds ratio di 5,70 (IC 95%: 1,92–16,96; p= 0,002). Non sono emerse differenze significative nel tempo mediano di completamento dell’angio-TC tra i due gruppi (21,0 minuti per l’estesa vs 20,0 minuti per la standard; p= 0,67), indicando la fattibilità clinica dell’approccio esteso anche in fase acuta.

In conclusione, l’estensione dell’angio-TC durante la fase acuta di un codice ictus consente una rilevazione significativamente maggiore di trombi cardioaortici rispetto alla pratica standard, senza prolungare i tempi dell’esame diagnostico. Questi risultati suggeriscono un potenziale impatto clinico rilevante, aprendo alla possibilità di anticipare l’introduzione dell’anticoagulazione in pazienti selezionati. Saranno necessari studi futuri per valutare se questa strategia diagnostica possa effettivamente ridurre il tasso di recidiva di ictus.

Folco Claudi

Giornalista medico scientifico