SLA, scoperto un nuovo metodo per la diagnosi precoce
Un progetto di ricerca italiano ha individuato nella saliva – grazie a una tecnica innovativa – un biomarcatore utile alla diagnosi precoce della Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA).
Il progetto nasce dalla collaborazione tra l’IRCCS Fondazione Don Gnocchi e l’IRCCS Istituto Auxologico Italiano di Milano.
Ad oggi non esistono esami di laboratorio da eseguire sul sangue o su altri fluidi corporei capaci di garantire una diagnosi veloce e certa di SLA, o in grado di monitorarne la velocità di progressione.
«Da qui l’idea di ricorrere alla spettroscopia Raman – spiega la dottoressa Bedoni dal Laboratorio di Nanomedicina e Biofotonica Clinica (LABION) dell’IRCCS Fondazione Don Gnocchi – una tecnica innovativa in ambito bioclinico, presente da tempo nel LABION, basatasull’utilizzo della luce laser per studiare la composizione chimica di campioni complessicome la saliva. Si tratta di una tecnica non distruttiva, che dà risposte in tempi brevi, non richiede particolari condizioni per l’esecuzione della misura e può essere effettuata con una minima preparazione del campione».
«Il ritardo nella diagnosi – aggiunge il Paolo Banfi dierttore dell’Unità di Riabilitazione Intensiva Polmonare del Don Gnocchi – causa spesso nel paziente un senso di impotenza, penalizzandolo poi nell’accesso ai trial clinici. L’individuazione di un nuovo metodo per accelerare la procedura diagnostica avrà importanti ricadute e costituisce un capitolo importante nello studio e nella battaglia contro questa patologia gravemente invalidante».
Lo studio, finanziato dal ministero della Salute, è stato pubblicato su “Scientific Reports” (gruppo Nature).
«Siamo orgogliosi di questi risultati – spiega il Cristiano Carlomagno, primo autore e responsabile dello studio – perché lo sviluppo e la validazione di questa innovativa metodologia permetterà di mettere a disposizione di medici e pazienti uno strumento in grado sia di accelerare la procedura diagnostica, che di anticipare e personalizzare il trattamento terapeutico e riabilitativo in base alle caratteristiche di ogni singolo paziente, con l’obiettivo a lungo termine di migliorarne la prognosi e la qualità della vita».