Fattori di rischio ormonale ed endofenotipo di Alzheimer
Le differenze di genere sono emerse da uno studio su soggetti normali
Rispetto agli uomini le donne cognitivamente normali, specialmente se in menopausa, hanno un alterato endofenotipo della malattia di Alzheimer, con una maggiore deposizione di beta-amiloide, un metabolismo glucidico più basso e volumi di materia grigia e bianca più limitati, secondo uno studio pubblicato online su “Neurology”.
Al fine di esplorare le differenze di sesso nella malattia di Alzheimer a esordio tardivo, Aneela Rahman, del Weill Cornell Medical College di New York City, e colleghi hanno valutato 121 soggetti cognitivamente normali (85 donne e 36 uomini) di età compresa tra 40 e 65 anni con esami clinici, neuropsicologici, imaging di risonanza magnetica (RM), ed esami di tomografia a emissione di positroni con 18F-fluorodossiglucosio (FDG) e C11- composto B Pittsburgh (PiB).
Hanno così scoperto che, rispetto al gruppo di sesso maschile, quello di sesso femminile aveva una più consistente deposizione di beta-amiloide rilevata con PiB, un più basso metabolismo del glucosio rilevata con FDG, e più bassi volumi di materia grigia e bianca alla risonanza magnetica. Rispetto alle donne, gli uomini non mostravano anomalie nei biomarcatori.
I risultati sono risultati indipendenti dall’età, e la significatività statistica persisteva utilizzando gruppi abbinati per età. Lo stato di menopausa è stato il predittore più coerente e fortemente associato con le differenze osservate nei biomarcatori cerebrali, dopo il sesso femminile, e seguito da terapia ormonale, stato di isterectomia e disturbi della tiroide.
“I presenti risultati forniscono un supporto all’idea che la finestra ottimale di opportunità per gli interventi di prevenzione della malattia di Alzheimer nelle donne è all’inizio del processo di invecchiamento endocrino”, scrivono gli autori.