
Emicrania e depressione, benefici con fremanezumab per entrambe le patologie
Il primo studio clinico controllato dimostra l’efficacia di un’unica terapia nel migliorare simultaneamente i sintomi di queste due condizioni spesso comorbide
Nei pazienti adulti con emicrania e disturbo depressivo maggiore (MDD) in comorbidità, il trattamento con fremanezumab è associato a riduzioni significative sia dei giorni mensili di emicrania (MMD) sia dei sintomi depressivi, secondo i risultati dello studio pubblicato su “JAMA Neurology” da Richard Lipton, dell’Albert Einstein College of Medicine di New York e colleghi.
Lo studio UNITE, randomizzato, controllato con placebo e in doppio cieco, è stato condotto tra luglio 2020 e agosto 2022 in 55 centri di 12 paesi. Sono stati arruolati 353 pazienti con emicrania episodica o cronica e una diagnosi di disturbo depressivo maggiore da almeno 12 mesi, con sintomi attivi al momento dell’ingresso nello studio. I partecipanti sono stati randomizzati a ricevere fremanezumab mensile (225 mg) o placebo per 12 settimane, seguite da una fase di estensione in aperto con somministrazione trimestrale (675 mg) del farmaco.
Dei 540 pazienti selezionati per lo studio, 353 pazienti (età media [SD], 42,9 [12,3] anni; 310 donne [88%]; emicrania episodica, 48%; emicrania cronica, 52%) sono stati randomizzati a ricevere fremanezumab (N= 175) o placebo (N= 178). La variazione media (SE) rispetto al basale dei giorni di emicrania mensili durante il periodo in doppio cieco di 12 settimane è stata di -5,1 (0,50; IC al 95%: da -6,09 a -4,13) per fremanezumab e di -2,9 (0,49; IC al 95%: da -3,89 a -1,96) per il placebo (p< 0,001). La variazione media (SE) dal basale nel punteggio della Hamilton Depression Rating Scale-17 Items alla settimana 8 è stata di -6,0 (0,55; IC al 95%: da -7,10 a -4,95) per fremanezumab e -4,6 (0,54; IC al 95%: da -5,66 a -3,55) per il placebo. Gli eventi avversi sono risultati in linea con quanto riscontrato in altri studi sulla molecola.
In conclusione, la terapia con fremanezumab si è dimostrata efficace nel ridurre contemporaneamente le crisi emicraniche e i sintomi depressivi nei pazienti con comorbidità. È il primo studio clinico controllato con placebo a documentare benefici significativi su entrambe le condizioni con un’unica terapia farmacologica, aprendo nuove prospettive nella gestione integrata di questi pazienti complessi.