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parkinson laboratorio

Il controllo delle complicanze motorie nella malattia di Parkinson: i vantaggi dell’associazione a dosi fisse melevodopa/carbidopa

Nella formulazione orale in compresse effervescenti questa combinazione farmacologica ha dimostrato un favorevole profilo di efficacia e tollerabilità rispetto alle preparazioni convenzionali di levodopa.

Da alcuni decenni ormai il pilastro del trattamento farmacologico della malattia di Parkinson è la levodopa (LD), di solito associata a inibitori periferici della DOPA decarbossilasi.

Questa formulazione di LD è purtroppo gravata da alcune complicanze, dovute sia a fluttuazioni della risposta motoria – quali il deterioramento da fine dose, lo sblocco motorio ritardato, l’on-off e le acinesie mattutine, sia a sintomi non motori, quali ansia, irrequietezza, irritabilità, dolori, formicolii, sonnolenza, bradifrenia e impellenza urinaria.

A determinare le fluttuazioni motorie concorrono diversi meccanismi fisiopatologici. In primo luogo, si evidenziano cambiamenti postsinaptici, con alterazioni di geni e proteine del corpo striato, che influenzano i percorsi degli stimoli in uscita dai gangli della base. Inoltre, la capacità del corpo striato di ricevere dopamina è compromessa dalla perdita delle terminazioni dopaminergiche presinaptiche nigrostriatali.

In tale contesto, l’attivazione dei recettori della dopamina nel corpo striato dipende in modo cruciale dalla disponibilità periferica di levodopa. Per questo motivo, parte della ricerca farmacologica si è dedicata all’identificazione di nuove formulazioni con un profilo farmacocinetico più favorevole rispetto a quelle convenzionali. Tra queste, si segnala l’associazione fissa, sotto forma di compresse effervescenti, tra melevodopa e carbidopa; la melevodopa è un estere metilico della levodopa circa 250 volte più solubile della levodopa stessa. La solubilità della combinazione consente un rapido transito gastrointestinale che consente un altrettanto rapido assorbimento della levodopa, idrolizzata a livello della mucosa intestinale, che così raggiunge in breve tempo adeguati livelli plasmatici ed esplica la sua azione più precocemente rispetto alle formulazioni orali convenzionali di levodopa.

A questo proposito, una revisione sistematica pubblicata su “Minerva Medica” da Fabrizio Stocchi e Laura Vacca, dell’Università San Raffaele Pisana di Roma, ha valutato le evidenze disponibili su farmacocinetica, efficacia e sicurezza d’impiego dell’associazione melevodopa/carbidopa in formulazione orale nella gestione delle fluttuazioni della risposta motoria in soggetti parkinsoniani.

Secondo quanto si legge nelle conclusioni dello studio, questa formulazione è associata a un miglioramento delle fluttuazioni della risposta motoria se confrontata con terapie a base di formulazioni standard, e non è risultata associata a un incremento delle discinesie indotte dalla levodopa. Inoltre, l’associazione melevodopa/carbidopa in soluzione orale effervescente è ben tollerata, e presenta l’ulteriore vantaggio di essere somministrabile anche a pazienti con difficoltà di deglutizione, confermandosi un’opzione terapeutica con un beneficio-rischio favorevole nella gestione delle fluttuazioni della risposta motoria in soggetti con Parkinson.

Riferimento bibliografico

Stocchi F, Vacca L. Esperienza clinica di melevodopa/carbidopa, in associazione fissa, in pazienti affetti da malattia di Parkinson: review sistematica. Minerva Medica 2019; 111.
Anastassia Zahova

Giornalista medico scientifico