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Rischio SLA tra i giocatori di football americano

Negli Stati Uniti, il football è uno degli sport più popolari. Ma è anche quello più studiato dai neurologi, per l’elevato tasso di commozioni cerebrali che comporta per i giocatori.

Ora uno studio pubblicato su “JAMA Network Open” da Daniel Daneshvar, della Harvard Medical School di Boston, e colleghi mostra un preoccupante rischio di insorgenza di sclerosi amiotrofica laterale (SLA). Tra gli atleti professionisti della National Football League (NFL), la massima serie statunitense, tale rischio è risultato quasi quattro volte superiore a quella degli uomini nella popolazione generale.

Gli autori hanno considerato i dati sanitari di 19.423 atleti NFL che hanno debuttato tra il 1960 e il 2019 e giocato almeno una partita da professionisti, analizzando in particolare l’incidenza e la mortalità da SLA.

I ricercatori hanno così scoperto che, dopo un follow-up medio di 30,6 anni, 38 giocatori hanno ricevuto una diagnosi di SLA e 28 sono morti durante il periodo di studio. Si tratta perciò di un’incidenza significativamente più alta di diagnosi (rapporto di incidenza standardizzato: 3,59) e la mortalità (rapporto di mortalità standardizzato: 3,94) per i giocatori NFL rispetto alla popolazione maschile degli Stati Uniti dopo la regolazione per età e razza.

I giocatori che hanno ricevuto una diagnosi di SLA hanno avuto una carriera significativamente più lunga (durata media, 7,0 anni) rispetto agli atleti senza SLA (durata media, 4.5 anni; odds ratio: 1,2). Lo stato della SLA non differiva per diversi valori di indice di massa corporea, posizione giocata, luogo di nascita o etnia.

Folco Claudi

Giornalista medico scientifico