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inquinamento atmosferico

Alzheimer, l’inquinamento atmosferico aumenta il rischio

Trovata una correlazione nei dati di una coorte di donne anziane

In donne nella terza età, l’esposizione al particolato, in particolare al PM2,5, è associata a elevati punteggi nella scala Alzheimer’s disease pattern similarity (AD-PS), corrispondenti a un aumento del rischio di insorgenza della malattia, secondo uno studio pubblicato online su “Neurology”.

Diana Younan, della University of Southern California a Los Angeles e colleghi hanno esaminato i dati clinici di una coorte di pazienti istituzionalizzati di sesso femminile, di età compresa tra 70 e 89 anni, per i quali erano disponibili due scansioni di risonanza magnetica, la prima nel biennio 2005-2006 e la seconda nel 2010-2011.

Gli autori hanno utilizzato i punteggi AD-PS per individuare l’atrofia della materia grigia in aree vulnerabili alla malattia di Alzheimer (amigdala, ippocampo, giro ippocampale, talamo, lobi temporali inferiori, mesencefalo) e un modello spazio-temporale per stimare l’esposizione media al PM2,5 nei tre anni che precedevano la prima scansione di risonanza magnetica.

Nelle analisi trasversali dei dati di 1.365 donne di 77,9 ± 3,7 anni nel biennio 2005-2006 non è emersa alcuna associazione tra il PM2,5 e il punteggio AD-PS al basale. Longitudinalmente, si è osservata invece un’associazione tra ogni aumento del range interquartile di PM2,5 e un elevato punteggio AD-PS durante il follow-up, equivalente a un aumento significativo del rischio di Alzheimer a cinque anni (hazard ratio: 1,24). L’associazione persisteva dopo l’aggiustamento per variabili multiple di confondimento.

“Abbiamo riscontrato un’atrofia cerebrale non solo nelle donne esposte a livelli di inquinamento atmosferico più elevati, ma anche in quelle esposte a livelli sotto la soglia di sicurezza stabilita dagli enti di protezione dell’ambiente”, scrivono gli autori.

Folco Claudi

Giornalista medico scientifico