Un’alterazione neurostrutturale per le gambe senza riposo
Scoperta una correlazione della sindrome con una corteccia somatosensoriale più sottile
La sindrome delle gambe senza riposo può essere correlata a cambiamenti strutturali nella corteccia somatosensoriale del soggetto. È quanto è emerso da uno studio pubblicato online dalla rivista Neurology, organo ufficiale dell’American Academy of Neurology, da Byeong-Yeul Lee, e colleghi dell’Università del Minnesota a Minneapolis, negli Stati Uniti.
La sindrome delle gambe senza riposo è un disturbo che provoca sensazioni di disagio alle gambe, accompagnate da un irresistibile bisogno di muoverle. I sintomi sono concentrati prevalentemente nelle ore serali e notturne, e spesso arrivano a compromettere il riposo del soggetto. La terapia prevede un maggiore esercizio fisico, che in alcuni casi può ridurre i sintomi, una supplementazione dietetica di ferro e, per i casi più gravi, la somministrazione di farmaci, sostanzialmente di tre categorie: agonisti dopaminergici, anticonvulsivanti e oppioidi.
Lo studio ha coinvolto 28 persone con gravi sintomi di gambe senza riposo affetti dal disturbo da 13 anni in media, sottoposti a scansioni di risonanza magnetica cerebrale. Dal confronto con 51 controlli sani, è emerso che la sindrome si associa a una diminuzione del 7,5% dello spessore medio corteccia somatosensoriale.
“Riteniamo – scrivono gli autori – che il nostro sia stato il primo studio a mostrare l’associazione della sindrome delle gambe senza riposo a cambiamenti strutturali neurocerebrali: è probabile che i sintomi possano essere correlati ai cambiamenti patologici in quest’area del cervello, su cui dovranno concentrarsi in futuro le ricerche per comprendere ancora più approfonditamente la sindrome e, potenzialmente, per sviluppare nuove terapie”.