Emicrania, estrogeni e CGRP un’importante correlazione trascurata nella profilassi
Si segnala sul numero di gennaio della rivista Neurology Reviews il comment sulla review di Alejandro Labastida-Ramírez e coll., dell’Erasmus University Medical Center di Rotterdam pubblicata sull’edizione di ottobre di Cephalalgia circa le interazioni fra ormoni ovarici, sistema trigeminale e CGRP.
È risultato infatti che le cicliche fluttuazioni ormonali (soprattutto estrogeni) interagiscono con entrambe queste componenti eziopatogenetiche dell’emicrania risultate sempre più importanti soprattutto da quando, un paio d’anni fa, la cosiddetta profilassi monoclonale, impropriamente chiamata vaccinazione per l’emicrania, ha inaugurato l’era di un’azione preventiva mirata simile a quella degli anticorpi monoclonali che antagonizza il cosiddetto CGRP e i suoi recettori.
L’individuazione di questo nuovo trattamento ha dato vita una vera e propria gara fra le aziende che hanno in sviluppo ognuna un suo proprio anticorpo.
Questi anticorpi risultano capaci di abbassare la reattività trigeminale, riducendo il rilascio del peptide CGRP o evitando che questo vada a legarsi al suo recettore attivando i neuroni e i loro stimoli dolorifici.
Il CGRP (peptide correlato al gene della calcitonina) è uno dei neuropeptidi attivati dal sistema trigeminale quando sta arrivando l’attacco emicranico.
Tale sistema svolge un ruolo chiave nella modulazione del dolore tramite il rilascio di specifici neuropeptidi fra cui il CGRP che è uno dei più potenti vasodilatatori endogeni conosciuti. Durante l’attacco va a legarsi ai suoi recettori che così si attivano, contribuendo all’invio degli impulsi dolorifici.
È infatti soprattutto durante gli attacchi emicranici che i suoi livelli serici aumentano significativamente. Il suo maggior rilascio si verifica all’inizio dell’attacco e sensibilizza il nervo trigemino nei confronti di segnali normalmente innocui con il conseguente attivarsi di un’infiammazione neurogena che si traduce nell’invio di segnali dolorifici al cervello.
Ma questa catena di eventi non sembra uguale per entrambi i sessi: al 58° Meeting dell’American Headache Association di San Diego del 2016 uno studio su 9.269 emicranici di ambo i sessi presentato da Gretchen Tietjen e coll. dell’Università americana di Toledo (Ohio) aveva indicato che durante l’attacco il CGRP aumenta dell’11% negli uomini e del 17% nelle donne.
Come si può leggere adesso nella bibliografia consigliata nell’articolo di Neurology Reviews la segnalazione delle correlazioni fra ormoni femminili e CGRP risalirebbe a trent’anni prima, quando nel 1986 Stevenson e coll. segnalavano in donne sane un significativo aumento del CGRP circolante durante la gravidanza e una riduzione dopo il parto, cosi come nel ’90 Valdemarsson e coll. segnalavano in soggetti sani un’immunoreattività plasmatica al CGRP significativamente maggiore nelle donne rispetto ai maschi.
Il messaggio di questa serie di studi è che, dando ormai per acquisita l’efficacia degli anti-CGRP nella profilassi dell’emicrania, più o meno variabile a seconda del singolo anticorpo, ciò che ancora manca è la piena comprensione dell’influenza di genere che può avere sulla loro azione il ciclo mestruale, un fattore di cui si dovrà tener sempre più conto in futuro.