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Parkinson_fatica

Oltre il tremore. Affrontare i sintomi non motori del Parkinson con la nutraceutica

A cura di: Valeria Curti, Medical, Quality and Regulatory Manager, Francesca Romana Ranieri, R&D and Quality Specialist - KOLINPHARMA S.p.A.

Seconda solo all’Alzheimer per diffusione, la malattia di Parkinson (PD) rappresenta una delle sfide neurologiche più complesse del nostro tempo. In Italia si contano oltre 300.000 persone affette (1). La PD non è più classificabile come disordine motorio ma come complesso contesto patologico caratterizzato da un ampio spettro di sintomi non motori (non motor symptoms, NMS) (2), che possono manifestarsi in tutte le fasi della patologia, anche fino a 20 anni prima della diagnosi clinica (3,4). Tra questi si annoverano frequentemente: stipsi, ansia, depressione, apatia, dolore e disturbi del sonno (3,4). Oltre all’intensità con cui ogni NMS si può manifestare, ciò che impatta sulla qualità di vita è il numero complessivo con cui questi si presentano nel paziente. Pertanto, riconoscerli come segni precoci della malattia è fondamentale per poter intraprendere un percorso terapeutico mirato e tempestivo, intervenendo in un momento in cui la neurodegenerazione non è ancora tale da causare sintomi di natura motoria (3,4).

I trattamenti farmacologici attualmente disponibili sono esclusivamente sintomatici (5) e non riescono a coprire il bisogno di un approccio multifattoriale, capace di intervenire anche sull’ampio spettro dei NMS. Nell’ambito della terapia non farmacologica, si sta affermando positivamente la nutraceutica, offrendo nuove prospettive nel supporto alla salute cerebrale.

Tra le sostanze attive più promettenti, nonché oggetto di crescente interesse scientifico, spiccano l’estratto secco (e.s.) di tè verde, titolato in epigallocatechina-3-gallato (EGCG), l’e.s. di zafferano titolato in crocina e safranale, l’acido alfa-lipoico, gli acidi grassi omega-3, le vitamine del gruppo B, oltre a probiotici e prebiotici. In particolar modo, l’e.s. di tè verde svolge un’azione antiossidante, contribuisce alla normale funzione intestinale e agisce come tonico in caso di stanchezza fisica e mentale (6, 7).

L’assunzione di omega-3, invece, è supportata da evidenze cliniche che dimostrano come, quando combinata insieme alla vitamina E, sia in grado di migliorare la qualità di vita dei pazienti, andando a ridurre la sintomatologia non motoria, valutata tramite la scala UPDRS (Unified Parkinson’s Disease Rating Scale) (8). Inoltre, all’acido docosaesaenoico (DHA), della serie omega-3, è riconosciuta la capacità di contribuire alla normale funzione cerebrale (9). L’e.s. di zafferano, titolato in crocina e safranale, è invece noto per mantenere il normale tono dell’umore (6). Infatti, una dose di 30 mg/die è raccomandata dalle linee guida canadesi CANMAT per la gestione del disturbo depressivo maggiore (10). Infine, l’assunzione di prebiotici e probiotici è utile a favorire il riequilibrio della flora batterica intestinale (11), fortemente alterata nei soggetti affetti da PD.

Alla luce delle numerose evidenze emerse dalla ricerca in questo ambito e considerando come la pratica clinica sia sempre più orientata alla personalizzazione delle cure, la nutraceutica si configura come un valido complemento alla terapia convenzionale, offrendo soluzioni naturali, efficaci e sicure. KYMAX®, integratore alimentare di KOLINPHARMA S.p.A, azienda nutraceutica italiana, si inserisce in questo scenario con una formulazione innovativa e brevettata, frutto di anni di ricerca, volta al benessere dei pazienti parkinsoniani nella loro vita quotidiana.

La formulazione di KYMAX®, contenente DHA (DHA Origins®), acido alfa-lipoico (MATRIS®), e.s. di tè verde, e.s. di zafferano, vitamina E, vitamine del gruppo B, L. rhamnosus LR-06 e inulina, nasce proprio con l’obiettivo di contribuire a una gestione sinergica e personalizzata del paziente, rispondendo all’esigenza sempre più impellente di un supporto quotidiano e complementare alla terapia convenzionale. In questo senso, la nutraceutica e soluzioni come KYMAX® possono offrire un contributo significativo nel migliorare la qualità di vita dei pazienti parkinsoniani, agendo su quei sintomi invisibili, spesso trascurati ma determinanti la loro qualità di vita.

Bibliografia

  1. https://www.parkinson.org/
  2. Schirinzi T et al. Dietary Vitamin E as a Protective Factor for Parkinson’s Disease: Clinical and Experimental Evidence. Front Neurol. 2019 Feb 26;10:148.
  3. Titova N et al. Non-motor Parkinson disease: new concepts and personalized management. The Medical journal of Australia. 2018; 208(9): 404-409
  4. Kalia LV et al. Parkinson’s disease. Lancet. 2015; 386: 896-912
  5. Mostile G et al. Treatment of dysautonomia associated with Parkinson’s disease. Parkinsonism and Related Disorders. 2009; 5: s224-s232
  6. Allegato 1 al DM 10 Agosto 2018
  7. Li FJ et al. A meta analysis of tea drinking and risk of Parkinson’s disease. Scientific World Journal. 2012;2012:923464. doi: 10.1100/2012/923464. Epub 2012 Feb 15. PMID: 22448141; PMCID: PMC3289976
  8. Tamtaji O et al. The effects of omega-3 fatty acids and vitamin E co-supplementation on gene expression related to inflammation, insulin and lipid in patients with Parkinson’s disease: A randomized, double-blind, placebo-controlled trial. Clin. Neurol. Neurosurg. 2019
  9. Reg CE 432/2012
  10. Sarris J et al. Clinician guidelines for the treatment of psychiatric disorders with nutraceuticals and phytoceuticals: The World Federation of Societies of Biological Psychiatry (WFSBP) and Canadian Network for Mood and Anxiety Treatments (CANMAT) Taskforce. World J Biol Psychiatry. 2022;23(6):424-455. Doi:10.1080/15622975.2021.2013041
  11. Linee guida su probiotici e prebiotici, Revisione marzo 2018 Ministero della Salute
Redazione

articolo a cura della redazione