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Ictus e rischio epilessia: un rapporto complesso e ancora da approfondire

Le stime epidemiologiche mostrano che nella classifica dei disturbi neurologici più diffusi, l’ictus cerebrale è al primo posto, mentre l’epilessia occupa il terzo. Tra le due condizioni esiste peraltro un rapporto complesso, perché l’evento ictale è un riconosciuto fattore di rischio per l’insorgenza di crisi epilettiche. A tale riguardo, risulta che nella popolazione oltre i 60 anni di età, l’ictus è il fattore causale in più del 40% dei casi di epilessia.

In questo quadro, occorre valutare l’introduzione di una terapia farmacologica, sulla base di una concertazione tra il neurologo esperto di malattie cerebrali vascolari e l’epilettologo, come sottolineato recentemente da un comunicato congiunto dell’Associazione per la lotta all’ictus cerebrale (A.Li.Ce. Italia Odv) e Lega italiana contro l’epilessia (LICE).

Andrea Vianello, presidente di A.L.I.Ce. Italia Odv, ha dichiarato:

questa prima collaborazione tra A.L.I.Ce. Italia Odv e LICE rappresenta un’alleanza fruttuosa e sinergica che rafforza e arricchisce il network di risorse disponibili per il paziente, creando continuità tra cura clinica ed extra-clinica per ottimizzare la gestione delle patologie e la qualità della vita del paziente e dei suoi familiari. Siamo fermamente convinti che, partendo da questo denominatore comune, sia possibile avere una ricaduta forte e diretta sui pazienti, anche attraverso la condivisione di esperienze e di buone pratiche che contribuiscono a colmare alcuni specifici bisogni informativi.”

Da valutare in particolare sono i diversi profili di efficacia e le possibili interazioni farmacologiche dei farmaci anticrisi, tenendo conto che i soggetti con ictus sono spesso politrattati con antiaggreganti piastrinici, anticoagulanti, antidiabetici e antipertensivi e possono avere comorbilità cardiovascolari e metaboliche.

Folco Claudi

Giornalista medico scientifico