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Aneurisma cerebrale, farmaci di uso comune potrebbero ridurre il rischio di rottura

Uno studio mostra i potenziali benefici di lisinopril, amlodipina, simvastatina, metformina e tamsulosina, ma trattandosi di un disegno sperimentale più che un impatto diretto sul rischio, mostra un’associazione

L’uso corrente di alcuni farmaci comunemente prescritti (antipertensivi, ipocolesterolemizzanti, ipoglicemizanti ecc.) potrebbe essere associato a un minor rischio di rottura di aneurisma cerebrale, o emorragia subaracnoidea aneurismatica (aSAH), secondo i risultati di uno studio pubblicato su “Neurology” da Jos P. Kanning, dell’Università di Utrecht, e colleghi.

Secondo le evidenze della letteratura, il trattamento invasivo degli aneurismi intracranici per prevenire l’emorragia ha un rapporto rischio/beneficio sfavorevole e la maggior parte dei casi rimane quindi non trattata.

Gli autori hanno quindi verificato il potenziale ruolo protettivo di alcuni farmaci comunemente prescritti conducendo uno studio di associazione, considerando tutti i casi di aSAH tra il 2000 e il 2020 utilizzando i codici della Classificazione Internazionale delle Malattie della banca dati Secure Anonymised Information Linkage.

Ogni caso è stato abbinato a nove controlli in base a età, sesso e anno di inserimento nel database. Sono stati analizzati i farmaci comunemente prescritti (>2% nella popolazione in studio) e sono state definite tre finestre di esposizione relative alla prescrizione più recente prima della data indice (cioè l’insorgenza dell’aSAH): attuale (entro 3 mesi), recente (3-12 mesi) e passata (>12 mesi).

Infine, è stato applicato un modello di regressione logistica per confrontare l’uso di farmaci in queste finestre di esposizione rispetto al non uso, controllando fattori di confondimento quali età, sesso, fattori di rischio noti di aSAH e utilizzo dell’assistenza sanitaria.

Complessivamente, sono stati considerati 205 farmaci prescritti a 4.879 soggetti con aSAH (età media 61,4 anni, per il 61,2% donne) e 43.911 controlli abbinati. Per lisinopril e amlodipina sono state riscontrate correlazioni simili tra loro, con una diminuzione del rischio di aSAH per l’uso corrente (per lisinopril, odds ratio [OR]: 0,63, IC al 95%; per amlodipina, OR: 0,82, IC al 95%) e un aumento del rischio di aSAH per l’uso recente (per lisinopril, OR: 1,30; per amlodipina, OR: 1,61).

Una diminuzione del rischio di aSAH in caso di uso corrente è stata riscontrata anche per simvastatina (OR 0,78), metformina (OR 0,58) e tamsulosina (OR 0,55). Al contrario, è stato riscontrato un aumento del rischio di aSAH per l’uso corrente di warfarin (OR 1,35), venlafaxina (OR 1,67), proclorperazina (OR 2,15) e co-codamolo (OR 1,31).

I risultati ottenuti suggeriscono un’associazione tra alcuni farmaci e l’aSAH, ma, come sottolineano gli autori nelle conclusioni, sono necessari a questo punto studi ad hoc per dimostrare un eventuale potenziale protettivo nei confronti della rottura dell’aneurisma.

Folco Claudi

Giornalista medico scientifico