L’atrofia dell’ippocampo è associabile al declino cognitivo negli anziani
Una più rapida atrofia del volume dell’ippocampo (HV) è associata al declino cognitivo, indipendentemente dal carico di beta-amiloide (Aβ) e di tau, secondo uno studio pubblicato online il 15 novembre su “Neurology”.
Bernard J. Hanseeuw, del Massachusetts General Hospital di Boston, e colleghi hanno arruolato 283 anziani senza demenza o deterioramento cognitivo evidente per esaminare le associazioni tra Aβ, tau, HV e cognizione, misurate in un periodo di 10 anni. Sono stati inclusi i dati di 128 adulti anziani clinicamente normali con dati di imaging longitudinale e di cognizione disponibili.
Sono stati raccolti in modo prospettico la risonanza magnetica seriale (durata del follow-up: 1,3-7,0 anni), l’imaging dell’Aβ neocorticale su scansioni PET PiB (1,9-8,5 anni), la tau entorinale e temporale inferiore su scansioni PET con flortaucipir (0,8-6,0 anni) e il punteggio Preclinical Alzheimer Cognitive Composite (3,0-9,8 anni). Sono state poi valutate le associazioni longitudinali tra Aβ, tau, volume e dati sulla cognizione, studiando poi modelli sequenziali per verificare il contributo di ciascun biomarcatore al declino cognitivo.
Sono stati analizzati i dati di 128 adulti anziani clinicamente normali, di cui 72 (56%) donne e 56 (44%) uomini; l’età mediana al momento dell’inclusione era di 73 anni (range: 63-87). Trentaquattro partecipanti (27%) presentavano un carico iniziale di Aβ elevato all’imaging PET. La più rapida atrofia dell’HV era correlata a un più rapido declino cognitivo (R2= 0,28, p< 0,0001). Confrontando tutti i biomarcatori, il tasso di variazione dell’HV è stata associata al declino cognitivo indipendentemente dalle misure di Aβ e tau, rappresentando in modo univoco il 10% della varianza. Complessivamente, il 45% della varianza del declino cognitivo è stato spiegato dalla combinazione delle misure di cambiamento dei diversi biomarcatori di imaging.