Epilessia e sonno, un rapporto complesso ancora in parte da esplorare
Una review espone i risultati più recenti della ricerca
La relazione tra epilessia e sonno è importante e complessa, ed è per questo che il tema è stato affrontato negli ultimi anni da un numero di studi sempre crescente. Una review pubblicata su “Epilepsy and Behavior” a firma di Madeleine Grigg-Damberger, dell’Università del New Mexico ad Albuquerque, e Nancy Foldvary-Schaefer, della Cleveland Clinic, in Ohio, passa in rassegna le acquisizioni più recenti, evidenziando le aree in cui sono necessarie ulteriori ricerche.
Il primo dato rilevante è che i disturbi del sonno e della veglia sono diagnosticati con un tasso da due a tre volte superiore nei pazienti con epilessia rispetto alla popolazione generale, e l’ipersonnia è particolarmente comune. Altri problemi frequenti sono l’insonnia, la sindrome delle gambe senza riposo, il bruxismo e la respirazione disturbata durante il sonno. Inoltre, la scarsa qualità del sonno è associata a un minore controllo delle crisi e il trattamento dell’apnea del sonno riduce le crisi in molti pazienti.
Da sottolineare anche che il sonno è una componente importante nello stato di malattia dell’epilessia, considerato che il 10-15% delle crisi è legato al sonno e più del 90% delle morti improvvise inaspettate nell’epilessia si verifica durante il sonno. Alcuni studi mostrano che le localizzazioni delle crisi sono associate in modo significativo ai ritmi circadiani. Le crisi del lobo frontale hanno maggiori probabilità di verificarsi durante il sonno o al mattino presto, mentre le crisi temporali mesiali sono più probabili durante la mattina o nel tardo pomeriggio. Le crisi occipitali si verificano raramente durante il sonno e raggiungono il picco nella prima serata.
I pazienti con epilessie genetiche generalizzate, in particolare con epilessia mioclonica giovanile, sono a maggior rischio di scarso controllo delle crisi durante i periodi di privazione del sonno. Proprio i soggetti con epilessia mioclonica giovanile, specialmente se adolescenti, hanno maggiori probabilità di avere funzioni esecutive frontali alterate e quindi sono a maggior rischio di mantenere abitudini di sonno malsane.
Infine, i dati raccolti finora mostrano che scariche epilettiformi interictali generalizzate e focali durante il sonno sono più probabili durante i periodi di sonno NREM 3, NREM 1 o NREM 2 e difficilmente si verificavano durante il sonno REM. Queste scariche, nella maggior parte dei pazienti, sono associate alla frammentazione del sonno.