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Emicrania, una priorità clinica e gestionale per il Servizio Sanitario Nazionale

L’emicrania è una delle patologie neurologiche più diffuse e invalidanti, con una prevalenza stimata intorno al 12% della popolazione italiana, pari a oltre sei milioni di persone. Si tratta di una condizione che comporta un impatto sanitario, sociale ed economico rilevante, con costi complessivi stimati in circa 3,5 miliardi di euro l’anno tra spese dirette e indirette, perdita di produttività e compromissione della qualità di vita.

In questo scenario si inserisce il Road Show “Innovazione terapeutica che spinge all’innovazione organizzativa: Focus Emicrania. Novità nella strategia di profilassi e nella gestione dell’attacco acuto – Regione Lombardia”, organizzato da Motore Sanità con il contributo non condizionante di Pfizer, che ha fatto tappa a Milano con l’obiettivo di sensibilizzare istituzioni e clinici sull’urgenza di un riconoscimento formale dell’emicrania come malattia cronica da includere nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e nel Piano Nazionale della Cronicità (PNC).

Durante l’incontro è emerso come l’attuale organizzazione dei Centri Cefalee in Italia, strutturata su tre livelli di complessità – dagli ambulatori specialistici territoriali ai centri di riferimento per diagnosi avanzata, ricerca e ricovero – presenti ancora forti disomogeneità regionali. Le differenze nei tempi di accesso, nei modelli di presa in carico e nella disponibilità delle terapie innovative rendono indispensabile una revisione dei PDTA regionali e una maggiore integrazione con i servizi territoriali.

Secondo gli esperti intervenuti, la tempestività nella diagnosi e l’accesso precoce ai trattamenti preventivi sono fattori cruciali per evitare la cronicizzazione della malattia, che comporta un aggravio economico fino a sei volte superiore rispetto alla forma episodica.
“Il primo obiettivo è quello di far riconoscere la cefalea, e in particolare l’emicrania, come una vera e propria malattia cronica”, ha dichiarato Bruno Colombo, coordinatore dell’Area neurologica del Centro Cefalee e Algie Facciali dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano. “Le terapie oggi disponibili possono ridurre in modo significativo frequenza, intensità e disabilità legata alla patologia, ma è fondamentale garantirne la fruibilità al maggior numero possibile di pazienti già nelle fasi iniziali, per contenere la spesa sanitaria e migliorare la qualità di vita”.

Folco Claudi

Giornalista medico scientifico