Trattamento antitrombotico nell’ictus da dissezione dell’arteria cervicale
La dissezione dell’arteria cervicale è la causa più comune di ictus nei giovani adulti. Ad oggi, non esistono prove conclusive su quale terapia antitrombotica debba essere utilizzata per trattare i pazienti. È da queste premesse che è partito uno studio, illustrato sulle pagine di “JAMA Neurology” da Josefin E. Kaufmann, dell’Università di Basilea, in Svizzera, e colleghi. Gli autori hanno condotto una metanalisi dei dati relativi a singoli pazienti di studi clinici randomizzati che confrontano anticoagulanti e antipiastrinici nella prevenzione dell’ictus dopo dissezione dell’arteria cervicale.
L’outcome primario era un composito di ictus ischemico, decesso o emorragia maggiore (extracranica o intracranica) a 90 giorni di follow-up. Sono stati identificati due studi clinici randomizzati, denominati Cervical Artery Dissection in Stroke Study e Cervical Artery Dissection in Stroke Study and the Biomarkers and Antithrombotic Treatment in Cervical Artery Dissection, di cui tutti i partecipanti erano eleggibili.
La metanalisi non ha rilevato differenze significative tra anticoagulanti e antipiastrinici nella prevenzione di eventi ricorrenti precoci
Complessivamente, 444 pazienti sono stati inclusi nella popolazione intention-to-treat e 370 pazienti sono stati inclusi nella popolazione per-protocol.
Dall’analisi dei dati è emerso un minor numero di endpoint primari nei pazienti randomizzati all’anticoagulazione rispetto alla terapia antiaggregante (3 su 218 [1,4%] vs. 10 su 226 [4,4%]; odds ratio [OR]: 0,33; IC al 95%: 0,08-1,05; p=0,06), ma il risultato non era statisticamente significativo. Rispetto all’ASA, l’anticoagulazione è risultata associata a un minor numero di ictus (1 su 218 [0,5%] vs. 10 su 226 [4,0%]; OR: 0,14; IC al 95%: 0,02-0,61; p=0,01) e a un maggior numero di eventi emorragici (2 vs. 0).
Secondo le conclusioni degli autori, la metanalisi di dati relativi a singoli pazienti di due studi clinici randomizzati attualmente disponibili non ha rilevato differenze significative tra anticoagulanti e antipiastrinici nella prevenzione di eventi ricorrenti precoci.