Emicrania, un’analisi comparativa dei trattamenti in acuto
Sul “British Medical Journal”, William K Karlsson, dell’Ospedale universitario di Copenhagen, in Danimarca, e colleghi pubblicano un’analisi comparativa di tutti gli interventi farmacologici autorizzati come monoterapia orale per il trattamento acuto degli episodi di emicrania negli adulti.
Si tratta di una revisione sistematica e metanalisi a network di studi randomizzati in doppio cieco, presenti nei principali database di letteratura medico-scientifica, condotti su adulti con diagnosi di emicrania secondo la Classificazione Internazionale dei Disturbi da Cefalea.
Sono stati inclusi 137 studi randomizzati e controllati per complessivi 89.445 partecipanti assegnati a uno dei 17 interventi attivi o al placebo. Tutti gli interventi attivi hanno mostrato un’efficacia superiore al placebo per quanto riguarda la libertà dal dolore a due ore, con odds ratio da 1,73 (IC al 95%: 1,27-2,34) per il naratriptan a 5,19 (4,25-6,33) per l’eletriptan, e la maggior parte di essi anche per la libertà dal dolore sostenuta a 24 ore, con odds ratio da 1,71 (1,07-2,74) per il celecoxib a 7,58 (2,58-22,27) per l’ibuprofene.
Nel confronto “testa a testa” tra gli interventi attivi, eletriptan è risultato il farmaco più efficace per la liberazione dal dolore a due ore, con odds ratio da 1,46 (1,18-1,81) a 3,01 (2,13-4,25), seguito da rizatriptan (da 1,59 (1,18-2,17) a 2,44 (1,75-3,45)), sumatriptan (da 1,35 (1,03-1,75) a 2,04 (1,49-2,86)) e zolmitriptan (da 1,47 (1,04-2,08) a 1,96 (1,39-2,86)).
Per la libertà dal dolore prolungata, gli interventi più efficaci sono risultati l’eletriptan e l’ibuprofene (odds ratio da 1,41 (1,02-1,93) a 4,82 (1,31-17,67)).
Secondo le conclusioni degli autori, complessivamente, eletriptan, rizatriptan, sumatriptan e zolmitriptan hanno presentato i profili migliori e sono risultati più efficaci dei farmaci recentemente introdotti quali lasmiditan, rimegepant e ubrogepant. Sebbene siano necessarie analisi di costo-efficacia e si debba prestare attenzione ai pazienti con un profilo cardiovascolare ad alto rischio, sottolineano gli autori, i triptani più efficaci dovrebbero essere considerati come trattamento acuto preferenziale per l’emicrania e inclusi nell’elenco dei farmaci essenziali dell’OMS per promuovere l’accessibilità globale e standard di cura uniformi.