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fibrillazione atriale

La fibrillazione atriale può aumentare il rischio di demenza

La fibrillazione atriale (FA) è associata in modo indipendente al rischio di demenza? A un simile quesito clinico la letteratura non ha ancora fornito una risposta esauriente. È per questo che Nisha Bansal, dell’Università di Washington, e colleghi hanno condotto uno studio retrospettivo, pubblicato sul Journal of the American Heart Association, identificando tutti gli adulti di due grandi sistemi sanitari integrati tra il 2010 e il 2017, suddivisi in due gruppi sulla base di presenza o assenza di FA incidente, e abbinandoli con una corrispondenza 1:1 in base all’età alla data indice, al sesso, alla categoria del tasso di filtrazione glomerulare stimato e al sito di studio. La demenza successiva è stata identificata attraverso codici di diagnosi precedentemente validati.

Sono stati utilizzati modelli di rischio di sottodistribuzione Fine-Gray per esaminare l’associazione della FA incidente (rispetto all’assenza di FA) con il rischio di demenza incidente, aggiustando per i dati sociodemografici e le comorbilità e tenendo conto del rischio concorrente di morte. Sono state eseguite, inoltre, anche analisi di sottogruppo per età, sesso, razza, etnia e stato di malattia renale cronica.

FA associata a un rischio significativamente maggiore di demenza

Tra i 196.968 adulti abbinati, l’età media (SD) era di 73,6 (11,3) anni, con il 44,8% di donne. I tassi di incidenza (per 100 anni-persona) per la demenza in un follow-up mediano di 3,3 (intervallo interquartile, 1,7-5,4) anni sono stati rispettivamente di 2,79 (IC 95% 2,72-2,85) e 2,04 (IC 95% 1,99-2,08) per 100 anni-persona nelle persone con e senza FA incidente.

Nei modelli aggiustati, la FA incidente era associata a un rischio significativamente maggiore di demenza diagnosticata (hazard ratio di sottodistribuzione [sHR]: 1,13; IC 95% 1,09-1,16). Con un ulteriore aggiustamento per gli eventi di ictus intermedi, l’associazione tra FA incidente e demenza è rimasta statisticamente significativa (sHR: 1,10; IC 95% 1,07-1,15). Le associazioni erano più forti per l’età <65 anni (sHR: 1,65; IC 95% 1,29-2,12) rispetto a ≥65 anni (sHR: 1,07; IC 95% 1,03-1,10]) (p per l’interazione <0,001); e per i soggetti senza (sHR: 1,20; IC 95% 1,14-1,26) rispetto a quelli con malattia renale cronica (sHR: 1,06; IC  95% 1,01-1,11; interazione p< 0,001). Non sono state osservate differenze significative per sesso, razza o etnia.

In conclusione, in questa ampia coorte, la FA incidente è stata associata a un modesto aumento del rischio di demenza, più evidente nei pazienti più giovani e in quelli senza malattia renale cronica.

Folco Claudi

Giornalista medico scientifico