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Alzheimer umibecestat

Alzheimer, come selezionare i pazienti per l’immunoterapia antiamiloide

Gli algoritmi che utilizzano il p-tau217 plasmatico possono identificare con precisione la maggior parte degli individui Aβ-positivi, compresi quelli che probabilmente hanno un elevato carico di tau e che necessitano di un imaging tau-PET di conferma, avviandoli a un’immunoterapia anti-amiloide, un trattamento che sta guadagnando consensi per la malattia di Alzheimer. È quanto ha concluso uno studio pubblicato su “JAMA Neurology” da Niklas Mattsson-Carlgren, dell’Università di Lund, in Svezia.

Lo studio di coorte (BioFINDER-2) era uno studio prospettico di popolazione. I partecipanti con problemi cognitivi sono stati reclutati dal 2017 al 2022 e suddivisi in un set di addestramento (80% dei dati) e in un set di test (20%). I soggetti sono stati classificati in base allo stato Aβ (definito da Aβ-PET o CSF Aβ42/40) e allo stato tau (tau PET).

Sono stati considerati complessivamente 912 pazienti, per il 54,7% di sesso maschile, con un’età media di 71,1 anni. Tra i biomarcatori, la p-tau217 plasmatica è risultata fortemente associata alla positività all’Aβ (area sotto la curva caratteristica operativa del ricevitore [AUC] = 0,94; IC al 95%: 0,90-0,97). È stata valutata una procedura in cui solo i partecipanti con valori plasmatici di p-tau217 ambigui (17,1% dei partecipanti nel set di test) sono stati sottoposti a CSF o PET per assegnare lo stato Aβ definitivo. Questa procedura ha avuto una sensibilità complessiva di 0,94 (IC al 95%: 0,90-0,98) e una specificità di 0,86 (IC al 95%: 0,77-0,95).

Successivamente, sono stati utilizzati biomarcatori plasmatici per differenziare il carico tau-PET basso-intermedio da quello alto tra i partecipanti Aβ-positivi. Anche in questo caso, il p-tau217 plasmatico ha dato i risultati migliori, con un’AUC del test pari a 0,92 ( IC al 95%: 0,86-0,97), senza miglioramenti significativi con l’aggiunta di altri biomarcatori plasmatici. Con un tasso di falsi negativi inferiore al 10%, l’uso di p-tau217 plasmatico potrebbe evitare il 56,9% delle scansioni tau-PET necessarie per identificare una PET tau elevata tra i partecipanti Aβ-positivi. I risultati sono stati convalidati in una coorte indipendente (N= 118).

Folco Claudi

Giornalista medico scientifico