L’isolamento sociale aumenta il rischio di demenza nella terza età
L’isolamento sociale aumenta il rischio di demenza e si correla con la perdita di volume della materia grigia. È quanto emerso da uno studio pubblicato su “Neurology”, da Chun Shen, della Fudan University a Shanghai, in Cina.
L’isolamento sociale e la demenza sono due condizioni comuni nella terza età, ma il reciproco collegamento è rimasto finora sconosciuto. Per cercare di colmare questa lacuna, gli autori hanno analizzato i dati di 462.619 pazienti, utilizzando la coorte della UK Biobank, che copre 22 centri in tutto il Regno Unito dal momento dell’arruolamento dei pazienti tra il 2006 e il 2010 fino al 31 gennaio 2021.
Tra i soggetti arruolati, l’’età media al basale era di 57 anni e il 45,4% era di sesso maschile. Gli autori hanno valutato il loro livello di isolamento sociale e di solitudine tramite questionari standard, mentre la funzione cognitiva è stata valutata con test di corrispondenza a coppie e di tempo di reazione con valore predittivo per la demenza.
Al basale, 41.886 persone (9%) hanno dichiarato di essere socialmente isolate e 26.036 persone (6%) di sentirsi sole.
La risonanza magnetica strutturale (RM) delle regioni corticali e sottocorticali ha permesso di calcolare i volumi di materia grigia di queste regioni cerebrali per 32.263 partecipanti (età media 63,5 anni; 52% donne). L’analisi è stata condotta in media 8,8 anni dopo il basale. I ricercatori hanno anche confrontato l’espressione genica negli adulti con cervelli neurotipici e in quelli con perdita di volume della materia grigia utilizzando l’Allen Human Brain Atlas. Di questo sottogruppo, 2371 persone (7%) hanno riferito di essere socialmente isolate e 1503 persone (5%) di sentirsi sole.
In generale, la demenza per tutte le cause si è verificata in 4998 pazienti e la sua incidenza è stata del 26% superiore tra i pazienti che hanno riferito di essere socialmente isolati (HR aggiustato: 1,26; IC al 95%: 1,15-1,37). Nel complesso, la solitudine non ha aumentato il rischio di sviluppare demenza, anche se i sintomi depressivi correlati alla solitudine sono stati associati a una peggiore funzione cognitiva (p <0,001).