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Ipoparatiroidismo, rischio di deficit cognitivo per i livelli di calcio e fosfato

Negli adulti con ipoparatiroidismo, i deficit cognitivi e la velocità di elaborazione più lenta sono correlati a livelli sierici di calcio più bassi e di fosfato più alti, secondo uno studio pubblicato sul “Journal of the Endocrine Society”. Mishaela R. Rubin e colleghi della Columbia University hanno analizzato le relazioni tra deficit cognitivi e diverse variabili in un piccolo gruppo di studio di 19 persone con ipoparatiroidismo.

Per valutare la funzione cognitiva, la funzione emotiva e la qualità della vita, hanno utilizzato il National Institutes of Health Toolbox-Adult Cognition Battery (NIHTB-CB), il National Institutes of Health Toolbox-Emotion Battery (NIHTB-EB) e lo Short Form Health Survey (SF-36). Sono stati misurati il calcio sierico, il fosfato sierico, gli ormoni paratiroidei e stimolanti la tiroide, la 25-idrossivitamina D, la velocità di filtrazione glomerulare stimata (eGFR) e l’escrezione urinaria di calcio nelle 24 ore.

Dai dati raccolti è emerso che 13 delle 19 persone del gruppo di studio (68%) mostravano deficit cognitivi basati su punteggi globali NIHTB-CB. Deficit notevoli si sono verificati nella velocità di elaborazione, con compromissioni più sottili nella memoria episodica e di lavoro. Tra i pazienti in cura, tre erano sottoposti a terapie che notoriamente possono compromettere la funzione cognitiva, ma nessuno di loro aveva una velocità di elaborazione compromessa.

La velocità di elaborazione più lenta è risultata correlata a ipocalcemia (r =0,53, p =0,023), iperfosfatemia (r =-0,48, p =0,042), e diminuita escrezione urinaria di calcio nelle 24 ore (r =0,58, p =0,029); tuttavia, quando si confrontano gli individui con velocità di elaborazione compromessa (n =6) o a non compromessa (n =13), solo l’ipocalcemia e l’iperfosfatemia hanno raggiunto la significatività statistica (p =0,009 e p =0,049, rispettivamente).

Folco Claudi

Giornalista medico scientifico