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I casi di demenza triplicheranno nei prossimi 30 anni

Da 57 milioni di casi nel 2019 a 153 milioni di casi nel 2050: il numero dei soggetti ultraquarantenni affetti da demenza quasi triplicherà nei prossimi 30 anni. È quanto prevede uno studio appena pubblicato su “The Lancet Public Health” da Emma Nichols e colleghi della GBD 2019 Dementia Forecasting Collaborators. Lo studio Global Burden of Diseases, Injuries, and Risk Factors Study (GBD) 2019 è stato progettato per fornire previsioni la prevalenza della demenza dal 2019 al 2050, attribuibile a tre fattori di rischio: alto indice di massa corporea (BMI), alto glucosio plasmatico a digiuno e abitudine al fumo di sigaretta.

A parte l’incremento netto previsto nel numero dei soggetti con demenza, l’analisi mostra che la prevalenza di entrambi i sessi standardizzata per età dovrebbe rimanere stabile tra il 2019 e il 2050 (variazione percentuale globale, 0,1%). Secondo le stime GBD, inoltre, nel 2019 più donne che uomini avevano demenza a livello globale (rapporto femmine-maschi, 1,69), un rapporto che dovrebbe mantenersi o scendere di poco fino al 2050.

Di notevole rilevanza l’eterogeneità geografica che emerge dalle proiezioni. I dati mostrano infatti cambiamenti percentuali più contenuti nel numero di casi nell’Asia-Pacifico ad alto reddito (+53%) e nell’Europa occidentale (+74%) e, per contro, ampie variazioni nell’Africa settentrionale e nel Medio Oriente (+367%), così come nell’Africa sub-sahariana orientale (+357%).

Secondo le conclusioni degli autori, la crescita della popolazione è responsabile della maggior parte degli aumenti osservati nell’Africa subsahariana, mentre l’invecchiamento della popolazione è responsabile della maggior parte degli aumenti riportati nell’Asia orientale.

Folco Claudi

Giornalista medico scientifico