Dieta ed esercizio fisico riducono la mortalità nel Parkinson
Una dieta sana e uno stile di vita attivo sono associati a un tasso ridotto di mortalità per tutte le cause tra gli adulti con malattia di Parkinson. È quanto emerso da una ricerca pubblicata su “JAMA Network Open” da Xinyuan Zhang, della Pennsylvania State University, negli Stati Uniti, e colleghi.
Gli autori hanno condotto uno studio di coorte basato sulla popolazione arruolando i partecipanti di sesso maschile all’Health Professionals Follow-up Study dal 1986 al 2012 e i partecipanti di sesso femminile al Nurses’ Health Study dal 1984 al 2012, includendo soggetti con diagnosi di Parkinson e con dati completi di valutazione dietetica al basale.
La qualità della dieta alla pre-diagnosi, valutata dall’Alternative Healthy Eating Index (AHEI), e l’attività fisica, valutata dalle ore settimanali di attività metabolica equivalente (MET) riportate sui questionari, sono state le esposizioni primarie di interesse per ridurre al minimo la causalità inversa.
L’outcome primario era la mortalità per tutte le cause; sono stati utilizzati modelli di regressione di Cox per stimare l’associazione tra dieta e attività fisica con la mortalità singolarmente e congiuntamente; i modelli sono stati aggiustati per età, assunzione di energia totale, assunzione di caffeina e altri fattori di rischio legati allo stile di vita.
Il campione comprendeva 1251 soggetti con Parkinson, di cui 652 uomini (52,1%) con un’età mediana alla diagnosi di 73,4 anni. Durante i 32-34 anni di follow-up, 942 partecipanti sono deceduti. L’hazard ratio (HR) aggiustato rispetto al quartile AHEI più alto rispetto a quello più basso è stato pari a 0,69 per le analisi pre-diagnosi e 0,57 per le analisi post-diagnosi. Risultati simili sono stati ottenuti per le ore medie cumulative di MET alla settimana nelle analisi pre-diagnosi (HR, 0,71) e post-diagnosi (HR, 0,47).
L’associazione inversa persisteva per la mortalità specifica per PD (AHEI postdiagnosi: HR, 0,52); attività fisica postdiagnosi: HR, 0,37). Nelle analisi congiunte della qualità della dieta e dell’attività fisica prima della diagnosi di PD, l’HR aggiustato era di 0,51 per gli individui nei terzili più alti rispetto a quelle più basse per entrambe le variabili. L’HR per la qualità della dieta e l’attività fisica dopo la diagnosi era di 0,35.