Riabilitazione robotica: una risorsa per l’ictus cerebrale
Nel nostro paese l’ictus cerebrale colpisce ogni anno circa 120.000 persone, con un impatto drammatico sulla salute delle persone colpite.
Le stime epidemiologiche sono eloquenti: si tratta della prima causa d’invalidità, seconda di demenza e terza di morte. Dopo la cura dell’acuzie neurologica, è fondamentale avviare una corretta riabilitazione, con lo scopo di prevenire e ridurre la disabilità ed evitare le complicanze dell’immobilità, con l’obiettivo ultimo di reinserire il soggetto nell’ambito socio-familiare, scolastico e lavorativo.
Un aiuto in questo senso è rappresentato dalla riabilitazione robotica, un settore in crescita a cui è stata dedicata la prima Conferenza di Consenso a livello mondiale, tenutasi recentemente nel nostro paese.
Nella letteratura mondiale, sono già 316 gli studi di ricerca clinica internazionali dedicati alla riabilitazione robotica in generale, e 169 sono quelli dedicati all’ictus cerebrale. La maggior parte di essi hanno esaminato la riabilitazione del cammino e dell’equilibrio e quella dell’arto superiore, con effetti positivi in ogni fase della malattia. Da sottolineare soprattutto i vantaggi della mobilizzazione precoce e degli interventi mirati, che riducono la durata dell’ospedalizzazione e migliorano la disabilità.
Alessandro Giustini, direttore dell’Ospedale Riabilitativo San Pancrazio di Arco (Trento) e componente della giuria scientifica della consensus conference, ha spiegato:
I robot, dotati di sistemi di controllo adattivi, permettono di personalizzare l’intervento riabilitativo in base alle necessità e abilità residue specifiche di ogni paziente, al fine di favorire il recupero senso-motorio, cognitivo e comportamentale. I trattamenti riabilitativi assistiti da robot sono inoltre caratterizzati da alta intensità e ripetitività, sono sicuri e affidabili e permettono quindi la quantificazione dei parametri caratteristici dei movimenti effettuati, con una valutazione funzionale oggettiva”.