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Pressione sanguigna e outcomes neurologici dopo EVT

Nuovi dati da una metanalisi di tre ampi studi clinici

Bassi e alti valori di pressione arteriosa durante la terapia endovascolare (EVT) in caso di ictus ischemico acuto (IIA) sono associate a scarsi outcomes funzionali, secondo i risultati di uno studio pubblicati su “JAMA Neurology” da Mads Rasmussen dell’Ospedale Universitario di Aarhus, in Danimarca, e colleghi di una collaborazione internazionale.

Lo studio arriva a colmare un vuoto di conoscenze sull’EVT in caso di IIA secondaria all’occlusione di grandi vasi. È infatti dimostrato che questa metodica migliora gli outcomes neurologici, ma sono disponibili dati limitati sugli obiettivi di pressione sanguigna ottimale durante l’intervento.

Rasmussen e colleghi hanno considerato soggetti adulti con IIA per occlusione della circolazione anteriore arruolati in tre studi clinici randomizzati che hanno valutato la scelta dell’anestesia per EVT: si tratta degli studi denominati, rispettivamente, SIESTA (Sedation vs. Intubation for Endovascular Stroke Treatment), ANSTROKE (Anesthesia During Stroke) e GOLIATH (General or Local Anesthesia in Intra-Arterial Therapy).

Nei primi due studi, le misurazioni della pressione sanguigna sono state eseguite ogni cinque minuti durante la procedura EVT con modalità non invasive; nell’ultimo studio, i parametri della pressione arteriosa sono stati registrati ogni minuto con modalità invasive. I pazienti sono stati seguiti per 90 giorni e l’outcome primario era l’esito funzionale definito dal punteggio modificato della scala di Rankin (mRS) a 90 giorni.

Complessivamente, nell’analisi sono stati inclusi 365 pazienti (età media 71,4 anni, 44,6% donne).

La metà dei soggetti ha ricevuto anestesia generale (182 pazienti, 49,9%) e metà ha ricevuto sedazione procedurale (183 pazienti, 50,1%).

Dall’analisi statistica è emerso che valori medi di pressione arteriosa inferiori a 80 mm Hg e a 70 mm Hg sono risultati associati a uno spostamento verso punteggi mRS a 90 giorni più alti (odds ratio aggiustati [aOR] di 1,52 e 1,81, rispettivamente). Lo stesso vale per valori medi di pressione arteriosa inferiori a 70 mm Hg per 10 minuti o più (aOR 1,51) e per 20 minuti o più (aOR 2,30).

Viceversa, per ogni 10 minuti di tempo cumulativo con pressione media superiore a 90 mm Hg, si è registrato un aumento dell’8% (aOR, 1,08) della probabilità di spostarsi verso risultati peggiori del punteggio mRS a 90 giorni, mentre valori superiori a 90 mm Hg per 45 minuti o più sono risultati associati a un aumento del rischio di superare tale soglia del 49%.

 

Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.