Sclerosi multipla, riscriviamo insieme il futuro
Per il paziente affetto da sclerosi multipla (SM) crescono le opportunità di una migliore qualità di vita nel tempo .
Dal simposio SCLEROSI MULTIPLA: RISCRIVIAMO INSIEME IL FUTURO svoltosi nell’ambito della 50ma edizione del Congresso nazionale della Società Italiana di Neurologia (50° SIN, 12-15 0ttobre 2014, Bologna ) emerge come oggi sia possibile gestire anche situazioni fuori dalla routine quali una gravidanza che, solo qualche anno fa, quando l’armamentario terapeutico era più limitato, costringevano a sospendere il trattamento della paziente SM sia prima che durante la gravidanza, protraendo la sospensione anche nella fase post-partum per le controindicazioni alla terapia durante l’allattamento.
Da quando il CHMP (Human Medicines Committee) dell’EMA ha confermato l’impiego dell’interferone beta-1a come trattamento sicuro sia in gravidanza sia nel corso dell’allattamento per chi è affetto da sclerosi multipla recidivante-remittente, la possibilità di offrire questa opzione terapeutica in pazienti con desiderio di genitorialità è diventata concreta sia per chi è in prima terapia, sia per chi viene da precedenti trattamenti.
Opportunità concrete anche per i pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente a elevata attività di malattia: in questa popolazione, infatti, cladribina compresse sta dimostrando di associare, a una modalità di somministrazione più semplice per il paziente, un solido profilo di sicurezza ed efficacia.
Come evidenziato dallo studio Real World sull’efficacia a lungo termine di cui ha commentato i risultati la Prof.ssa Maria Trojano di Bari, ben il 25% dei pazienti sottoposti a un’escalation con cladribina risulta asintomatico a 5 anni sia dal punto di vista clinico che strumentale.
Secondo i risultati degli studi CLARITY e CLARITY EXTENSION, inoltre, questo farmaco one shoot dopo 5 anni mantiene il 50% dei pazienti stabili con valori di EDSS inferiori a valori di 1,5.
Trattandosi di un farmaco immunosoppressore ad azione sistemica il paziente va però sempre controllato attentamente per il rischio di leucocitopenia e/o di ripresa di malattia.
Come è stato ribadito nel simposio parallelo CLADRIBINA NELLA PRATICA CLINICA DELLA SCLEROSI MULTIPLA con il prof. Pozzili dell’Università La Sapienza di Roma e le dr.sse Perini di Padova e Moiola di Milano, i controlli vanno fatti cum grano salis avendo cura di effettuare ad esempio gli esami di risonanza magnetica al momento giusto, non troppo presto, né troppo tardi.
Il dibattito su quando effettuare questi controlli per poi decidere quale tipo di escalation intraprendere che si è acceso quando i relatori hanno pubblicamente confrontato le loro esperienze cliniche ha indicato come a decidere sia ancora la valutazione del singolo caso clinico, proprio il motivo che, in fondo, ha portato allo sviluppo di un farmaco a gestione personalizzata come la cladribina.