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Trauma cranico

Il peso come fattore prognostico dopo un trauma cranico

Sovrappeso e obesità sono fattori di rischio anche a lungo termine

Il sovrappeso e l’obesità sono fattori di rischio per la salute negli anni che seguono la riabilitazione per un trauma cranico. Lo rivela una nuova ricerca guidata da Laura E. Dreer dell’Università dell’Alabama a Birmingham, negli Stati Uniti, che sottolinea la necessità di un approccio proattivo nella gestione del peso in soggetti che incorrono in questo tipo di trauma e delle sue conseguenze a lungo termine.

Lo studio ha coinvolto più di 7.000 soggetti con trauma cranico, sottoposti a riabilitazione intensiva da parte di un team di specialisti al fine di migliorare la funzionalità fisica e mentale, nell’ambito di un programma denominato Traumatic Brain Injury Model Systems (TBIMS). Circa un terzo dei pazienti era di sesso maschile, mentre l’età media era di 46 anni. Gli autori hanno valutato la possibile correlazione tra peso corporeo e stato di salute per 25 anni dopo l’evento traumatico.

L’analisi statistica dei dati ha mostrato che l’obesità era fortemente associata a diverse condizioni di salute croniche, tra cui ipertensione arteriosa, scompenso cardiaco e diabete. Anche gli attacchi epilettici, una complicanza comune nei soggetti con pregresso trauma cranico, sono risultati correlati per frequenza alle differenze nel peso corporeo.

“Raggiungere e mantenere una dieta salutare e adottare corretti stili di vita, che comprendano un’adeguata attività fisica, è cruciale per il recupero dopo un trauma cranico”, ha commentato Laura Dreer. Nelle prime fasi dopo l’evento, infatti, i pazienti possono perdere peso per effetto dell’incremento del tasso metabolico e altri effetti fisici del trauma. Nelle fasi successive, possono subentrare diversi tipi di fattori, tra cui disturbi fisici e mentali, cambiamenti cognitivi e comportamentali, nonché limitazioni fisiche.”

Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.