Insonnia cronica, policy brief multidisciplinare per la corretta gestione
Un’inedita alleanza di società scientifiche, ricercatori e pazienti, per dare il giusto rilievo all’insonnia e favorire l’accesso a una corretta diagnosi e a un trattamento appropriato. Questo l’obiettivo del “Policy brief sull’insonnia cronica”, realizzato con il contributo non condizionato di Idorsia e presentato recentemente al Senato della Repubblica.
Il documento nasce grazie al lavoro di un team multiprofessionale e multidisciplinare*, che ha utilizzato una revisione della letteratura scientifica (curata da Engage Minds Hub dell’Università Cattolica del Sacro Cuore) ed ha condiviso le esperienze maturate in diversi ambiti specialistici, dalla neurologia alla psichiatria, alla neurofarmacologia, alla medicina generale.
La qualità del sonno come presidio di salute
Il punto di partenza del Policy Brief è un’analisi dell’importanza del sonno per il benessere dell’individuo.
“È conclamata l’evidenza – si legge nel documento – che il sonno notturno di buona qualità e continuità sia essenziale per il benessere dell’individuo, per l’omeostasi corporea e per prevenire numerose patologie mediche.”
Dopo aver chiarito le caratteristiche fondamentali dell’insonnia e la sua classificazione medica si inquadrano le dimensioni epidemiologiche del problema e i diversi motivi per cui i disturbi del sonno impattano sulla salute individuale, sulla società e sul sistema sanitario.
Tra i tanti dati citati ci sono quelli relativi ai costi economici, che comprendono oltre alla spesa sanitaria per le cure i costi indiretti, causati dalla perdita di produttività e dalle spese connesse agli incidenti domestici, lavorativi e stradali, causati dalla scarsa qualità del sonno.
Partendo da uno scenario internazionale, gli autori del documento affermano:
“ipotizzando che l’Italia perda l’1.5% del PIL significherebbe che l’insonnia è in grado di far perdere all’Italia – ogni anno – oltre 30 miliardi di euro, cioè più o meno il valore di una manovra finanziaria.”
Le criticità da affrontare
Per una migliore conoscenza del fenomeno generale dell’insonnia il Policy Brief cerca di individuare le maggiori criticità che riguardano la diagnosi e il trattamento nel nostro Paese.
Per quanto riguarda l’insonnia rilevata dai medici di medicina generale, indagini specifiche evidenziano da un lato la difficoltà a far emergere le reali dimensioni del problema (spesso autogestito dai pazienti senza informare correttamente il medico) dall’altro le conoscenze mediamente insufficienti del medico non specialista sugli strumenti farmacologici disponibili per il trattamento dell’insonnia.
Un altro elemento critico è la difficoltà a considerare l’insonnia come entità clinica autonoma. “Stroricamente – scrivono gli esperti, l’insonnia è stata considerata un sintomo anziché un disturbo.” A questo si aggiunge che nel nostro paese mancano ancora delle Linee Guida condivise e riconosciute.
“Nonostante ci sia indiscusso riconoscimento da parte dei sistemi diagnostici internazionali (DSM-V, ICSD3 e ICD-10) sui criteri per il trattamento dell’insonnia acuta e di quella cronica – scrivono gli autori del Policy Brief – la ricezione di questi standard riconosciuti e condivisi dalla comunità scientifica e clinica internazionale in Italia è ben lungi dall’essere avvenuta.”
Altre criticità riguardano il trattamento dell’insonnia in comorbidità e soprattutto la necessità di arrivare a trattamenti individualizzati che tengano di diversi fattori, a partire dalle differenze di genere. Si legge nel documento:
“l’auspicabile sviluppo di linee guida nazionali per il trattamento delle insonnie in Italia dovrà certamente porre la giusta attenzione a questo specifico aspetto dell’individualizzazione dei trattamenti e recepire la centralità delle differenze di sesso nelle diagnosi e nei trattamenti dell’insonnia.”
Le raccomandazioni finali
il Policy Brief sull’insonnia cronica si conclude con 9 raccomandazioni che ribadiscono l’importanza di “riconoscere l’insonnia come malattia cronica ed invalidante”, anche per quanto riguarda le classificazioni ministeriali. Di conseguenza andranno definiti “percorsi e strategie di riconoscimento per un più definito inquadramento della patologia e la più appropriata gestione dell’insonnia cronica” e individuate “le criticità che ostacolano il supporto al paziente da parte della rete medico-sanitaria”.
Le raccomandazioni indicano poi una serie di azioni auspicabili come “campagne di comunicazione e sensibilizzazione rivolte a cittadini finalizzate a combattere il diffuso fenomeno dell’autogestione dell’insonnia con conseguente uso spesso inappropriato dei farmaci”, “iniziative di formazione rivolte in prima istanza ai Medici di Medicina Generale”, “una più stretta collaborazione tra la medicina generale e il mondo della medicina del sonno”.
Infine, il documento raccomanda di “sviluppare delle linee guida nazionali sull’insonnia cronica coerenti con quelle europee” e “definire un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) sull’insonnia”.
* hanno partecipato alla realizzazione del Policy Brief sull’insonnia cronica Alfredo Berardelli, professore Ordinario di Neurologia presso l’Università Sapienza di Roma e presidente della Società Italiana di Neurologia (SIN), Luigi De Gennaro, professore Ordinario del dipartimento di Psicologia, presso l’Università Sapienza di Roma e segretario dell’Associazione Italiana di Medicina del Sonno (AIMS), Francesco Fanfulla, direttore del Centro di Medicina del Sonno dell’Istituto Maugeri di Pavia e Montescano IRCCS – Istituti Clinici Scientifici Maugeri Pavia; presidente dell’Associazione Italiana di Medicina del Sonno (AIMS); Luigi Ferini Strambi, professore Ordinario di Neurologia e Direttore del Centro di Medicina del Sonno dell’Università Vita-Salute e IRCCS Ospedale San Raffele di Milano, Past President dell’Associazione Mondiale di Medicina del Sonno, Giovanni Biggio, professore Ordinario di Neuropsicofarmacologia presso l’Università di Cagliari e componente della Società di Psichiatria (SIP), Matteo Balestrieri, professore Ordinario di Psichiatria presso l’Università degli Studi di Udine e Presidente della Società di Neuropsicofarmacologia (SINPF), Giuseppe Ventriglia, Medico di Medicina Generale e Responsabile nazionale Area Formazione Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG), Stefano Vella, Medico internista ed epidemiologo e professore di Salute Globale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, Tonino Aceti, presidente di Salutequità e Claudio Liguori, neurologo e ricercatore presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata e consigliere dell’Associazione Italiana di Medicina del Sonno (AIMS).