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te verde

Il consumo di tè verde migliora la prognosi dopo ictus e infarto

L’effetto benefico è emerso in uno studio giapponese

Nei soggetti sopravvissuti a ictus e infarto del miocardio, il consumo di tè verde è associato a prognosi migliore, secondo uno studio pubblicato online sulla rivista “Stroke”.

Masayuki Teramoto dall’Università di Osaka, in Giappone, e colleghi hanno considerato 478 sopravvissuti all’ictus, 1.214 sopravvissuti all’infarto del miocardio e 44.521 persone senza una storia di questi eventi di età compresa tra 40 a 79 anni al basale.

Sulla base delle loro cartelle cliniche, hanno esaminato esaminato l’associazione tra il consumo di tè verde e caffè e la mortalità.

I ricercatori hanno documentato 9.253 decessi per tutte le cause durante il periodo di follow-up, che aveva una mediana di 18,5 anni. Tra i sopravvissuti all’ictus, il consumo di tè verde era inversamente associato alla mortalità per tutte le cause.

L’hazard ratio rispetto ai non bevitori è risultato infatti di: 0,73 per un consumo di una/sei tazze a settimana; 0,65 per una/due tazze al giorno; 0,56 per tre/quattro tazze al giorno; 0,52 per cinque/sei tazze al giorno; 0,38 per almeno sette tazze al giorno.

I sopravvissuti all’infarto avevano una simile associazione inversa, che non è emersa tra i soggetti senza una storia di ictus o infarto. Per questi ultimi, il consumo di caffè era inversamente associato alla mortalità per tutte le cause; un’associazione simile è stata vista per i sopravvissuti all’infarto, mentre nessuna associazione è stata vista per i sopravvissuti all’ictus.

Secondo le conclusioni dello studio “Il consumo di tè verde può essere di beneficio nel migliorare la prognosi per i sopravvissuti a ictus o infarto del miocardio, mentre il consumo di caffè lo è per i sopravvissuti all’infarto e per le persone senza una storia di questi eventi.”

Folco Claudi

Giornalista medico scientifico