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stimolazione intracranica

Sclerosi Multipla, efficace la stimolazione transcranica nel dolore neuropatico

Calano i punteggi VAS già dopo i primi quattro giorni di trattamento

La stimolazione transcranica in corrente continua (tDCS) è in grado di ridurre il dolore neuropatico cronico nei pazienti con sclerosi multipla (SM), secondo i risultati di uno studio randomizzato controllato in singolo cieco pubblicato su “Pain Medicine” da Jamie Young del Royal Melbourne Hospital, in Australia.

Per il trial è stato reclutato un piccolo gruppo di 30 pazienti con SM afferenti allo stesso ospedale. I soggetti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere tDCS per cinque giorni di (n = 15) o di trattamento placebo (n = 15). Il tDCS consisteva di una corrente costante 2 mA che è stata applicata per 10 minuti, seguita da una pausa senza stimolazione per 25 minuti e un altro periodo di stimolazione di 10 minuti. Il trattamento placebo aveva la stessa impostazione, ma la stimolazione di corrente è stata applicata solo per 30 secondi. Tutti i partecipanti sono stati valutati per il dolore utilizzando la visual analog scale (VAS), la Neuropathic Pain Scale (NPS), Depression Anxiety Stress Score (DASS), Short Form McGill Pain Questionnaire (SFMPQ), and Multiple Sclerosis Quality of Life 54 (MSQOL54).
Le caratteristiche al basale del gruppo placebo e del gruppo di trattamento erano simili: i soggetti erano in prevalenza di sesso femminile (86% vs. 73,3%, rispettivamente), la maggioranza aveva la diagnosi di SM da più di 10 anni (60% vs. 80%, rispettivamente) e il sito più comune per il dolore riportato erano le estremità inferiori (bilaterale: 33,3% vs. 46,7%, rispettivamente; unilaterale: 40% vs. 26%, rispettivamente).

Dopo i primi quattro giorni di trattamento, i punteggi VAS erano diminuiti significativamente tra i partecipanti al gruppo di trattamento e sono rimasti più bassi fino a due settimane dopo il trattamento. Il punteggio medio VAS al basale per il gruppo di trattamento era di 6,3 (deviazione standard [SD]: 2), che è sceso a 3,7 (SD: 3) a quattro settimane dall’intervento.
Per qualsiasi altra misura di dolore neuropatico non ci sono state differenze significative né nel gruppo di riferimento né nel gruppo di trattamento tra il basale e le quattro settimane dopo il trattamento.

 

Folco Claudi

Giornalista medico scientifico