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sclerosi disabilita

Associazione tra immunoterapia sostenuta e disabilità nell’SMSP

Nuovi dati da un’analisi del registro MSBase

Nei pazienti affetti da sclerosi multipla secondariamente progressiva (SMSP), le recidive e le terapie modificanti la malattia sono associate al tasso di accumulo di disabilità? È questo il quesito da cui è partito uno studio di coorte osservazionale, pubblicato su “Jama Neurology” dalla collaborazione MSBase, con una nutrita partecipazione di ricercatori italiani dell’Istituto Monzino di Pavia dell’Istituto di scienze neurologiche di Bologna e dell’Università della stessa città, dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Modena e delle università di Bari e Avellino.

Tra i 53.680 pazienti inclusi nel registro internazionale MSBase tra il 1° gennaio 1995 e il 1° febbraio 2018, ne sono stati identificati 4.997 con SMSP (secondo la definizione di Lorscheider). Di questi, 1.621 pazienti erano eleggibili per l’inclusione nello studio sulla base di un follow-up sufficiente prima e dopo l’insorgenza della SMSP. I dati sono stati analizzati dal 15 novembre 2017 al 13 gennaio 2020, valutando in particolare l’associazione tra l’accumulo di disabilità e diverse variabili cliniche e demografiche, comprese le ricadute e l’esposizione all’immunoterapia.

Come misure dell’accumulo di disabilità durante la SMSP, sono stati considerati due parametri: il tasso di accumulo di disabilità durante la fase secondaria progressiva (variazione rispetto alla popolazione di riferimento dei pazienti con SM e variazione assoluta) e il rischio di diventare dipendenti dalla sedia a rotelle.

Su 1.621 pazienti inclusi nell’analisi, 1.103 pazienti (68,0%) erano di sesso femminile, con un’età media (SD) all’inizio della SM di 33,9 (10,6) anni. Un totale di 661 pazienti (40,8%) hanno avuto ricadute sovrapposte durante la SMSP.

Dall’analisi dei dati, è emerso che la terapia seguita e le ricadute durante la fase precoce di SM recidivante-remittente non erano associate all’accumulo di disabilità durante la fase secondaria progressiva. Tassi di ricaduta più elevati durante la fase di malattia secondaria progressiva erano associati a un aumento del rischio di diventare dipendenti dalla sedia a rotelle (hazard ratio [HR]: 1,87). Tra i pazienti che hanno avuto ricadute sovrapposte durante la SMSP, una maggiore assunzione di terapie modificanti la malattia è risultata associata in modo significativo a un ridotto tasso di progressione della disabilità e a un minore rischio di diventare dipendenti dalla sedia a rotelle.

In conclusione, il tasso di progressione della disabilità dopo l’insorgenza della SMSP non è risultato associato al decorso della fase precoce di malattia né alle decisioni terapeutiche. Le ricadute durante la SMSP sono risultate associate alla progressione accelerata della disabilità e rappresentano un obiettivo terapeutico accessibile. La terapia modificante la malattia è risultata associata a miglioramenti nei risultati di disabilità tra i pazienti con ricadute attive durante la SMSP. I risultati dello studio suggeriscono che l’attività della malattia infiammatoria rimane una componente sostanziale, ma modificabile della SMSP.

Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.