Riammissioni ospedaliere per epilessia pediatrica: una su cinque si può evitare
Il piano di dimissione e la gestione dei farmaci i problemi più comuni
Un quinto delle riammissioni ospedaliere per epilessia pediatrica, molte delle quali si verificano a meno di una settimana dalla dimissione, si potrebbero prevenire. Lo affermano sulla rivista Pediatric Neurology Marissa Vawter-Lee e colleghi del Cincinnati Childen’s Hospital Medical Center, in Ohio sulla base di un’analisi dei dati di dimissioni e ricoveri da maggio 2014 a ottobre 2016 del loro nosocomio.
In un periodo di 30 mesi, i ricercatori hanno registrato 219 riammissioni di 169 pazienti affetti da epilessia pediatrica, con un tasso di riammissione entro 30 giorni dell’8,0%. I dati disaggregati mostrano che il 21,5% delle riammissioni era programmato; il 37% era motivato da una progressione dell’epilessia cronica; il 9,6% era dovuto a un’epilessia di recente diagnosi; il 14,6% era dovuto a una diagnosi di disturbi non correlati con l’epilessia. Inoltre, gli autori hanno classificato il 21,5% delle riammissioni come prevenibili e il 64,9% come non prevenibili. Il 35% delle riammissioni si è verificato entro sette giorni dalla dimissione iniziale: di queste, 29 su 47 (61,7%) erano riammissioni prevenibili.
I motivi più comuni per le riammissioni prevenibili sono stati problemi con il piano di dimissione o la gestione dei farmaci. Un dato particolarmente rilevante è che la maggior parte delle riammissioni evitabili si è verificata entro sette giorni dalla dimissione ospedaliera.
In conclusione, Vawter-Lee e colleghi sottolineano come più di un quinto delle riammissioni ospedaliere nel loro reparto di epilessia pediatrica si possa evitare. Questa caratterizzazione dei nuovi ricoveri per epilessia è considerata il primo passo per ridurre le riammissioni.