Parkinson, una nuova opzione terapeutica per i pazienti con fluttuazioni
Al 49° congresso della Società Italiana di Neurologia è stato presentato un nuovo approccio terapeutico ai pazienti parkinsoniani con fluttuazioni motorie con opicapone un inibitore COMT periferico, a lunga durata d’azione, di cui recenti studi hanno evidenziato i profili di efficacia e sicurezza.
Nella lettura, moderata da Fabrizio Stocchi dell’Università San Raffaele di Roma, Francesca Morgante, dell’Institute of Molecular and Clinical Science , St George University, Londra (UK) ha elencato le principali indicazioni per riconoscere le fluttuazioni della risposta terapeutica nella malattia di Parkinson e ha descritto un nuovo approccio terapeutico con opicapone.
Per quanto riguarda la definizione dello stato di “off” nel paziente parkinsoniano, Fabrizio Stocchi, con un panel di esperti, in un recente articolo ha definito l’off: “quel cambiamento nello stato clinico della malattia di Parkinson in cui i sintomi motori e non motori compaiono o peggiorano, e determinano una disabilità funzionale.”
Le caratteristiche dell’off possono essere variegate: può insorgere a fine dose, quando il paziente assume la terapia con levodopa e dopo 3/4 ore ha un calo della risposta; può essere improvviso, spesso quando il paziente prende moltissime dosi di levodopa; può essere random, soprattutto nei pazienti sovradosati.
Vanno considerati due tipi di fluttuazioni, motorie e non motorie, che possono anche essere dissociate, anche se spesso si presentano insieme.
Il trattamento ha l’obiettivo di migliorare le fluttuazioni, e quindi il freezing ed il tremore (che diventa già un sintomo secondario) e comunque la manualità, oltre a quello di migliorare i sintomi non motori.
Occorre fare attenzione a non peggiorare le discinesie, e soprattutto a tutelare la parte psichiatrica. Quindi bisogna fare attenzione a non sbilanciare il trattamento inducendo, per esempio, allucinazioni oppure, ancora peggio, lo sviluppo di comportamenti impulsivi-compulsivi. Infine, chiaramente, sono molto importanti l’età e la richiesta funzionale.
È possibile aumentare i dopamino-agonisti, ma stando molto attenti alla parte psichiatrica, perché si rischia d’indurre allucinazioni, o indurre o peggiorare i disturbi impulsivi-compulsivi. È possibile frazionare la levodopa, ma il frazionamento eccessivo porta all’abuso di levodopa e alle discinesie, e a tutti gli effetti da sovradosaggio. È possibile invece stabilizzare la risposta con un inibitore enzimatico, o con entrambi i tipi di inibitori, COMT e MAO-B, scegliendoli in base alla differente potenza.
Opicapone è un inibitore COMT periferico, a lunga durata d’azione, utilizzato in Italia alla dose di 50 mg. La caratteristica dell’opicapone è quella di fornire un’inibizione COMT molto più sostenuta rispetto a tolcapone e a entacapone e, anche nella pratica clinica, ciò stabilizza molto la risposta, specialmente quella notturna.
L’attività delle COMT ritorna al basale dopo circa 18 ore nel caso di tolcapone, dopo otto ore nel caso di entacapone e dopo 24 ore nel caso del nuovo opicapone: questo permette di somministrarlo una volta al giorno, un’ora prima o un’ora dopo l’ultima dose serale di levodopa.
Quindi opicapone è molto simile per efficacia a tolcapone, ma ha un importante vantaggio in termini di sicurezza epatica: non occorre infatti fare il monitoraggio degli enzimi epatici.
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