Le variazioni longitudinali dei biomarcatori della malattia di Alzheimer
Tau totale e tau fosforilata seguono un andamento diverso dagli altri
Le modificazioni dei biomarcatori del fluido cerebrospinale e il loro ruolo nella caratterizzazione dei differenti stadi della malattia di Alzheimer sono stati descritti in molti studi incrociati, ma le variazioni longitudinali in singoli pazienti non sono note.
Un nuovo risultato sembra indicare ora che tra i diversi biomarcatori della malattia di Alzheimer studiati negli ultimi anni la proteina tau totale e la tau fosforilata seguono schemi di variazione col tempo peculiari. È quanto emerge da un articolo pubblicato sulla rivista Alzheimer’s & Dementia da Alberto Lleo del centro CIBERNED di Madrid, in Spagna, e colleghi di un’ampia collaborazione internazionale.
Si tratta di un’analisi dei dati raccolti nell’ambito dello studio Biomarkers for Alzheimer’s disease and Parkinson Disease (BIOMARKAPD) che ha coinvolto 52 centri di 21 nazioni. Gli autori hanno considerato i dati relativi a 75 soggetti con declino cognitivo soggettivo, 128 con deficit cognitivo lieve e 110 con demenza di Alzheimer (467 soggetti in totale), e li hanno messi a confronto con un gruppo di controllo di 154 soggetti sani. Hanno poi analizzato nello specifico i livelli nel fluido cerebrospinale di tau totale, tau fosforilata, catene leggere del neurofilamento, e YKL-40 al basale e al follow-up, con una mediana dell’intervallo di tempo tra i due prelievi di 2,1 anni.
Dall’analisi è emerso che nel gruppo di controllo i livelli di tau totale, tau fosforilata, catene leggere del neurofilamento, e YKL-40 erano del 2% maggiori per ogni anno d’incremento di età. Nel caso dei soggetti con Alzheimer, invece, i livelli di tau totale diminuivano dell’1% all’anno, e quelli di tau fosforilata rimanevano invariati. Solo i livelli di catene leggere del neurofilamento, e di YKL-40 aumentavano durante il periodo di studio.