Glioblastomi, progressi nella comprensione dei determinanti del rischio
I gliomi, tumori primitivi verosimilmente a partenza dalle stem cells gliali, sono i tumori cerebrali sporadici più frequenti, per i quali ancora non sono stati individuati con certezza i fattori di rischio, anche se si suppone che i tessuti a maggiore crescita cellulare costituiscano un fattore di rischio superiore a quello imputabile al semplice caso.
Assumendo la sussistenza di una correlazione positiva fra il numero di divisioni cellulari di un organo e le sue dimensioni, i ricercatori della Norwegian University of Science and Technology diretti da Even Hovig Fyllingen hanno appena pubblicato su Neuro-Oncology uno studio da cui emergerebbe il primo fattore di rischio per questo tumore: il genere femminile. Ciò non per ragioni di tipo ormonale: un eventuale effetto di questo tipo è stato infatti escluso considerando che con l’età l’assetto ormonale, soprattutto nella donna, cambia, mentre il rapporto fra l’incidenza nell’uomo e nella donna di glioblastomi non appare età correlato.
Recenti studi indicano che in genere le dimensioni degli organi aumentano con il peso e così anche vari tipi di tumore, primo fra tutti quello mammario più frequente nelle donne.
Mediamente gli uomini sono più grossi e quindi hanno cervelli di maggiori dimensioni: ciò deporrebbe per un loro maggior rischio, ma valutando tramite risonanza magnetica il volume intracranico (ICV) di 124 pazienti e di 995 soggetti sani di controllo, i ricercatori hanno scoperto che il rischio di gliomi ad alto grado aumenta proporzionalmente all’ICV: se questo aumenta di 100 ml la probabilità di sviluppare gliomi ad alto grado per i maschi sale dello 0,56 e per le donne dell’1,69.
Se, dunque, usando come parametro di valutazione il volume intracranico le donne risulterebbero quelle a maggior rischio per lo sviluppo di questi tumori, perché colpiscono soprattutto i maschi?
Gli autori definiscono il risultato sorprendente e si riservano di lasciare la risposta a ulteriori approfondimenti sulla correlazione fra ICV e tumori. Che forse la correlazione volumetrica non sia un metodo metodologicamente corretto per questo tipo di valutazione?
I glioblastomi sembrano più associati a regioni della sostanza bianca e periventricolare ricche di stem cells attive e ciò deporrebbe per il rischio costituito da queste aree: l’ICV è un indice indiretto del volume della sostanza bianca e quindi del suo indice mitotico, ma la misura in cui possa darci un’indicazione del rischio in rapporto al genere non è ancora chiara.
a cura di
Cesare Peccarisi