Differenze di genere nella risposta alla terapia del glioblastoma
Chirurgia, radioterapia e temozolomide più efficaci nelle donne che negli uomini
Esistono differenze di genere nella risposta al trattamento del glioblastoma? È quanto si sono chiesti Wei Yang, ricercatore della Washington University School of Medicine di St. Louis, e colleghi in uno studio pubblicato sulla rivista Science Translational Medicine. Gli autori hanno utilizzato una misura quantitativa di risposta basata sulle immagini in risonanza magnetica per determinare la velocità di crescita dei tumori e definire così l’impatto della terapia standard – chirurgia, radioterapia e somministrazione di temozolomide – sui pazienti di sesso maschile e femminile con glioblastoma, per una coorte di 63 pazienti (40 uomini e 23 donne). Hanno così scoperto che la terapia standard era più efficace nei pazienti di sesso femminile.
Utilizzando poi un algoritmo di calcolo applicato al trascrittoma di glioblastoma e ai dati di outcome della terapia, sono stati identificati sottotipi molecolari di glioblastoma sesso-specifici; nei pazienti maschi e femmine, i determinanti critici della sopravvivenza sono risultati l’espressione dei fattori di regolazione del ciclo cellulare e il cammino di segnalazione dell’integrina, rispettivamente. In uno studio in vitro su linee cellulari maschili e femminili derivate dal paziente, è stata ulteriormente confermata la rilevanza clinica del ciclo cellulare e della via di segnalazione dell’integrina.
“Ci aspettiamo che questo studio possa avere un impatto immediato sulla cura dei pazienti con glioblastoma, ma saranno necessarie ulteriori ricerche, poiché i risultati indicano la necessità di stratificare il glioblastoma maschile e femminile in gruppi di rischio e valutare l’efficacia del trattamento specifico per il genere”, ha sottolineato uno dei coautori.