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CLIC

Un possibile bersaglio farmacologico per il glioblastoma

Scoperta la proteina CLIC1, cruciale per lo sviluppo del tumore

CLIC1: è in questo semplice acronimo che si cela una delle possibili chiavi per combattere efficacemente il glioblastoma, attualmente il più aggressivo e frequente tumore cerebrale. La sigla infatti indica una proteina coinvolta in alcuni meccanismi che favoriscono la proliferazione cellulare, secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista Molecular Cancer Therapeutics dal gruppo di ricerca di Michele Mazzanti, dell’Università statale di Milano, in collaborazione con Tullio Florio e colleghi dell’Università di Genova.

Questa sigla indica infatti una proteina presente normalmente nel citoplasma cellulare che, in particolari condizioni patologiche, si trasferisce sulla membrana della cellula stessa, dove funge da canale ionico influenzandone notevolmente la permeabilità. Mazzanti e colleghi hanno scoperto che proprio questa permeabilità, praticamente assente in cellule staminali sane, è molto accentuata nelle cellule tumorali. Inoltre, la proteina è espressa in via preferenziale nelle staminali tumorali, tra le maggiori responsabili delle recidive. Ed entrambi i meccanismi sono caratteristiche fondamentali nella fisiologia delle cellule di glioblastoma.

Queste nuove conoscenze aprono la strada, in prospettiva, alla ricerca per utilizzare la CLIC1 come bersaglio farmacologico. I test in vitro hanno infatti documentato che riducendo l’espressione della proteina si rallentano notevolmente i tempi di replicazione cellulare, arrivando in alcuni casi al blocco dello sviluppo tumorale.

“I risultati del nostro studio, per quanto ottenuti su colture di cellule umane, e quindi ancora distanti dalla possibile sperimentazione clinica su pazienti, aprono prospettive decisamente significative”, ha spiegato Michele Mazzanti, professore ordinario di Fisiologia al Dipartimento di Bioscienze dell’Università Statale di Milano. “Le caratteristiche uniche della proteina CLIC1 presente nelle cellule staminali tumorali la rendono un obiettivo specifico e selettivo, che permetterebbe tra l’altro di minimizzare gli effetti collaterali in un’eventuale terapia farmacologica antitumorale”.

 

Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.