Nuove statistiche sulla morte prematura nei soggetti epilettici
I dati evidenziano i rischi di avvelenamento intenzionale e non
I soggetti epilettici hanno un maggior rischio di morte prematura: è un dato già evidenziato in passato da numerose indagini epidemiologiche. Ma finora nessuno studio aveva mai riportato in dettaglio tutti i fattori di rischio specifici. Un nuovo articolo pubblicato su JAMA Neurology da Haley Gorton dell’Università di Manchester, nel Regno Unito, e colleghi riporta ora i risultati di uno studio di coorte su più di 50.000 soggetti epilettici e un milione di controlli sani.
Gli autori hanno utilizzato due ampi database clinici: il Clinical Practice Research Datalink (CPRD), in Inghilterra, e il Secure Anonymised Information Linkage (SAIL), in Galles. Le cause di morte non naturale sono state stabilite secondo i parametri dell’International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems.
L’analisi statistica dei dati raccolti ha confermato che i soggetti epilettici hanno, rispetto ai controlli sani, un maggior rischio di morte prematura (hazard ratio = 2,77), nonché di ferimento o avvelenamento (HR = 2,97).
Particolarmente rilevante è risultato il rischio di auto-avvelenamento da farmaci, in forma sia non intenzionale (HR = 4,99) sia intenzionale (HR = 3,55). Da sottolineare che i farmaci antiepilettici rappresentano solo una minima parte delle sostanze correlate alla morte (9,7% dei casi): ben più importanti sono gli oppioidi (56%) e le sostanze psicotrope (32,3%).
Gli autori concludono lo studio sottolineando la necessità di fornire ai pazienti epilettici un’adeguata informazione sui possibili rischi della loro condizione, e a medici, caregiver e familiari strumenti per monitorare e prevenire eventuali propositi e comportamenti suicidi. Infine, occorrerebbe tenere in dovuto conto la tossicità dei farmaci nel caso di pazienti sotto trattamento anche per altre condizioni.