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Herpes virus

Encefalite autoimmune dopo encefalite erpetica

Colpito un terzo dei pazienti entro tre mesi dalla terapia antivirale

L’encefalite autoimmune si sviluppa in circa un terzo dei pazienti colpiti da encefalite da herpes simplex entro un periodo di tre mesi dalla conclusione della terapia antivirale, secondo uno studio pubblicato su Lancet Neurology da Thais Armangue e colleghi dell’Università di Barcellona, in Spagna. Lo studio si componeva di una parte prospettica e di una parte retrospettiva. Nella parte prospettica, sono stati arruolati 54 pazienti (coorte A) con encefalite da herpes simplex, afferenti a 19 centri di cura secondari e terziari della Spagna, seguiti con follow-up di due, sei e 12 mesi dalla diagnosi di infezione. In una seconda coorte (coorte B), gli autori hanno anche arruolato retrospettivamente 51 pazienti che hanno sviluppato una encefalite autoimmune dopo una encefalite erpetica.

Gli autori hanno poi confrontato le caratteristiche cliniche e demografiche dei soggetti che hanno sviluppato la forma autoimmune e di quelli che non l’hanno sviluppata. Nella coorte A, l’analisi ha riguardato 51 pazienti, 14 dei quali (27%) hanno sviluppato encefalite autoimmune dopo l’encefalite da herpes simplex, e la totalità di essi mostrava anticorpi neuronali al momento o prima dell’insorgenza dei sintomi. Dei rimanenti 37 pazienti non colpiti dalla forma autoimmune, 11 (30%) avevano anticorpi contro NMDAR (N-metyl-D-aspartate receptor) (n= 3) o antigeni sconosciuti (n= 8).

Un fattore di rischio significativo per l’encefalite autoimmune è risultata essere la rilevazione di anticorpi entro tre settimane dall’encefalite erpetica (odds ratio 11,5). Rispetto ai pazienti di età superiore ai 4 anni, i pazienti di età pari o inferiore a 4 anni (n = 27) avevano più probabilità di avere intervalli più brevi tra l’esordio dell’encefalite da herpes simplex e l’insorgenza di encefalite autoimmune (mediana 26 giorni vs. 43 giorni), coreoatetosi (27 su 27 vs. 0 su 31), diminuzione del livello di coscienza (26 su 27 vs. 7 su 31), anticorpi NMDAR (24 su 27 vs. 19 su 31) e risultati peggiori a un anno (mediana della Rankin Scale modificata 4 vs. 2; convulsioni 12 su 19 vs. 3 su 23).

Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.