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anziano medicine

Citicolina e malattia di Parkinson: nuove evidenze dallo studio CitiPark

L’analisi dei dati raccolti mostra un significativo miglioramento dei soggetti trattati in termini di punteggio MDS-UPDRS, endpoint primario dello studio, di sintomi motori, di qualità della vita e di attività del daily living

Nella malattia di Parkinson, risulta particolarmente complessa la gestione dei sintomi non motori. Tali sintomi possono essere estremamente eterogenei e interessano la maggior parte dei pazienti in tutte le fasi di malattia, dall’esordio alla fase avanzata, determinando un enorme impatto sulla qualità di vita.

“La presenza di sintomi così eterogenei riflette aspetti neurofisiopatologici importanti, plausibilmente con l’interessamento di diversi sistemi neurotrasmettitoriali e diverse regioni del cervello ben lontane dalla substantia nigra”, ha spiegato Rosa De Micco, ricercatrice dell’Università Vanvitelli di Napoli. “Sono sintomi che possono avere un ruolo anche per comprendere la progressione della neuropatologia della malattia di Parkinson: se si identificano dei cluster specifici di sintomi non motori, è possibile anche indagare quale possa essere il meccanismo di progressione del danno neuropatologico sotteso dalle fasi iniziali fino alle fasi più avanzate della malattia”.

Nel trattamento dei pazienti con malattia di Parkinson, la citicolina è già utilizzata nella pratica clinica, in associazione a levodopa (L-DOPA): grazie alla sua azione neuroprotettiva, la molecola può apportare benefici in termini di miglioramento dei sintomi cognitivi, oltre che motori, della patologia. Significativi a tale riguardo sono i risultati dello studio post-autorizzativo denominato CitiPark. “Ad essere coinvolti nella sperimentazione sono stati 474 pazienti afferenti a 37 centri specializzati sul territorio nazionale”, ha sottolineato Massimo Marano della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma. “Il trial era di tipo randomizzato, controllato e in doppio cieco, con somministrazione per sei mesi di trattamento con citicolina sale sodico o placebo in pazienti affetti da malattia di Parkinson già in terapia dopaminergica.”

L’analisi dei dati raccolti mostra un significativo miglioramento dei soggetti trattati in termini di punteggio MDS-UPDRS, endpoint primario dello studio, di sintomi motori, di qualità della vita e di attività del daily living. Gli effetti positivi sono stati particolarmente evidenti nella sottopopolazione di pazienti più giovani, più gravi, con una terapia dopaminergica concorrente, quindi potenzialmente trattati con farmaci postsinaptici.

Folco Claudi

Giornalista medico scientifico