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Riduzione preospedaliera intensiva della pressione nell’ictus iperacuto di natura incerta

Per i pazienti con ictus acuto, la riduzione preospedaliera della pressione arteriosa non influisce sugli esiti funzionali, secondo uno studio pubblicato online il 16 maggio sul “New England Journal of Medicine” in concomitanza con la presentazione alla conferenza annuale dell’European Stroke Organization, tenutasi dal 15 al 17 maggio a Basilea, in Svizzera.

Gang Li, della Shanghai East Hospital School of Medicine, e colleghi hanno randomizzato pazienti con sospetto ictus acuto che causava un deficit motorio e con pressione arteriosa sistolica elevata (≥150 mm Hg), valutati in ambulanza entro 2 ore dall’insorgenza dei sintomi, a ricevere un trattamento immediato per abbassare la pressione arteriosa sistolica (intervallo target, 130-140 mmHg) o la gestione standard della pressione arteriosa.

L’outcome primario di efficacia era lo stato funzionale valutato dal punteggio della scala Rankin modificata (intervallo da 0, corrispondente all’assenza di sintomi a 6, corrispondente al decesso) a 90 giorni dalla randomizzazione. L’outcome primario di sicurezza era rappresentato da qualsiasi evento avverso grave.

Un totale di 2.404 pazienti (età media, 70 anni) sono stati randomizzati e hanno fornito il consenso per lo studio: 1.205 nel gruppo di intervento e 1.199 nel gruppo di terapia standard.

Il tempo mediano tra l’insorgenza dei sintomi e la randomizzazione è stato di 61 minuti e la pressione arteriosa media alla randomizzazione era di 178/98 mmHg. L’ictus è stato successivamente confermato dall’imaging diagnostico in 2.240 pazienti, di cui 1.041 (46,5%) hanno avuto un ictus di natura emorragica.

Al momento dell’arrivo dei pazienti in ospedale, la pressione arteriosa sistolica media nel gruppo di intervento era di 159 mmHg, rispetto ai 170 mmHg del gruppo “standard”. Complessivamente, non vi è stata alcuna differenza nell’esito funzionale tra i due gruppi (odds ratio comune, 1,00; IC al 95%: da 0,87 a 1,15) e l’incidenza di eventi avversi gravi è stata simile nei due gruppi.

La riduzione preospedaliera della pressione arteriosa è stata associata a una riduzione delle probabilità di un esito funzionale sfavorevole tra i pazienti con ictus emorragico (odds ratio comune, 0,75; IC al 95%: 0,60-0,92), ma al contempo ha comportato un aumento di tale probabilità tra i pazienti con ischemia cerebrale (odds ratio comune: 1,30; IC al 95%: 1,06-1,60).

Folco Claudi

Giornalista medico scientifico