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Insonnia, la restrizione del sonno può essere una terapia costo/efficace

Nei pazienti con disturbo da insonnia, una terapia di restrizione del sonno somministrata da un infermiere può essere una strategia di trattamento efficace dal punto di vista dei costi per ridurre la gravità del disturbo e migliorare con ciò lo stato mentale e la qualità della vita dei soggetti affetti. È quanto emerso da uno studio pubblicato su “The Lancet”, da Simon D Kyle, dell’Università di Oxford, nel Regno Unito, e colleghi.

La terapia di restrizione del sonno è una componente della terapia cognitivo-comportamentale (CBT), considerato un trattamento primario per l’insonnia. Studi condotti in passato ne hanno dimostrato l’efficacia in particolari contesti. Tuttavia, non è chiaro se questo tipo d’intervento possa essere efficace anche a lungo termine e se sia vantaggioso in termini di costo/efficacia.

Per analizzare la questione, Kyle e colleghi hanno coinvolto 642 soggetti con insonnia e li hanno randomizzati a seguire la terapia di restrizione del sonno (n=321) o un intervento limitato all’igiene del sonno (n=321). L’età media era di 55,4 anni (range 19-88), con 489 (76,2%) partecipanti di sesso femminile.

A 6 mesi, il punteggio medio ISI era di 10,9 (SD 5,5) per la terapia di restrizione del sonno e di 13,9 (5,2) per l’igiene del sonno (differenza media aggiustata: -3,05; IC al 95%: da -3,83 a -2,28; p< 0,0001; Cohen’s d -0,74), indicando che i partecipanti al gruppo di terapia di restrizione del sonno hanno riportato una minore gravità dell’insonnia rispetto al gruppo di igiene del sonno.

Il costo incrementale per QALY guadagnato è stato di 2076 sterline, con una probabilità del 95,3% che il trattamento fosse conveniente a una soglia di costo-efficacia di 20.000 sterline. Otto partecipanti di ciascun gruppo hanno avuto eventi avversi gravi, nessuno dei quali è stato giudicato correlato all’intervento.

Folco Claudi

Giornalista medico scientifico