
MG e NMOSD, l’importanza della diagnostica integrata di laboratorio e di imaging
Diego Franciotta
IRCCS Ospedale Policlinico San Martino, Genova
La miastenia grave (MG) è una malattia mediata da anticorpi diretti contro la giunzione neuromuscolare, in circa l’85% dei casi rappresentati da immunoglobuline G (IgG)1 e IgG3 attivanti il complemento che riconoscono il recettore nicotinico dell’acetilcolina (AChR-Abs) (1). Studi iniziati a metà del secolo scorso, John Newsom-Davis è il pioniere, dimostrano la patogenicità degli AChR-Abs, e la MG diviene prototipo di tutte le malattie autoimmuni. Successivamente, in pazienti con MG sieronegativi per AChR-Abs vengono identificati altri autoanticorpi, i più diagnosticamente rilevanti dei quali riconoscono la tirosin-chinasi muscolo-specifica (MuSK) e il recettore ‘clusterizzato’ dell’ACh (AChRclust); in una percentuale residua di pazienti non sono rilevabili autoanticorpi specifici (1).
La neuromielite ottica (NMO) è una malattia infiammatorio-demielinizzante del SNC che colpisce in prevalenza nervi ottici e midollo spinale. Questo fenotipo clinico può manifestarsi in patologie di confine, come sclerosi multipla (SM) e disordini associati ad anticorpi anti-MOG (MOGAD), ma, associato ad anticorpi anti-acquaporina-4 (AQP4-Abs), identifica i disordini dello spettro della NMO (NMOSD), che includono forme anche spazialmente limitate, come la mielite trasversa longitudinalmente estesa (LETM) e la neurite ottica (ON). In analogia con gli AChR-Abs in MG, anche gli AQP4-Abs, sottoclasse IgG1 legante il complemento, sono patogenetici (2). Criteri clinico-paraclinici ad hoc consentono di diagnosticare MG (3) e NMOSD (4) in pazienti sieronegativi (circa 15% e 20-45%, rispettivamente). Nonostante la rarità di MG e NMOSD, sono segnalati in letteratura pazienti con entrambe le patologie (5).
La detezione di AChR/MuSK/AChRclust-Abs in MG e di AQP4-Abs in NMOSD è fondamentale per diagnosi precoci e accurate. Diverse sono le tipologie di test utilizzabili: attualmente i gold standard sono rappresentati dai RIPA per AChR/MuSK-Abs, e dai cell-based assay (CBA) perAQP4-Abs. Un CBA commerciale permette la detezione sia di AChR/MuSK-Abs, sia di AChRclust-Abs. I CBA, pertanto, sembrano poter sostituire i RIPA nel prossimo futuro, evitando l’uso di reagenti radioattivi e allargando la diagnostica a laboratori generalisti. In-house CBA, con uso di cellule vive ed eseguibili in pochi centri di riferimento (vedi oltre), possono massimizzare le performance diagnostiche dei test per AChR/MuSK/AChRclust/AQP4-Abs e per altri autoanticorpi in neuroimmunologia (6). La maggior parte dei pazienti con MG o NMOSD risponde a terapie immunosoppressive convenzionali (corticosteroidi, azatioprina, micofenolato, rituximab). Una parte, tuttavia, non risponde, è a rischio di grave disabilità e necessita di farmaci più efficaci, come gli anticorpi monoclonali che inibiscono la cascata complementare o il recettore dell’interleuchina-6, elementi centrali nei meccanismi patogenetici anticorpo-dipendenti di queste patologie. Pertanto, la presenza di autoanticorpi patogenetici malattia-specifici, da identificare con estrema accuratezza diagnostica, vincola l’accesso a questi trattamenti. La stessa accuratezza diagnostica anticorpale è cruciale per differenziare tra loro NMOSD, SM e MOGAD, con importanti risvolti terapeutici, poiché alcuni farmaci immuno-modulanti/-soppressori possono essere inefficaci o esacerbanti la malattia se usati in una piuttosto che in un’altra di queste patologie (7).
Sotto questi aspetti, assume importanza straordinaria il progetto pilota “NINA-Flow” del “Network Italiano per lo studio della Neurologia Autoimmune (NINA; www.nina.aini.it), un’iniziativa congiunta AINI-RIN (Associazione Italiana NeuroImmunologia- Rete IRCCS delle Neuroscienze e della Riabilitazione), che coinvolgerà la Società Italiana di Neurologia (SIN) e la Società Neurologi Ospedalieri (SNO), attualmente in cantiere, che ha al centro il paziente con sospetta malattia neuroimmunologica e l’esigenza di diagnosticarla con la massima accuratezza analitica. In modalità hub-and-spoke, il progetto prevede laboratori hub selezionati per expertise e disponibilità di tecniche in-house e all’avanguardia, e centri spoke, rappresentati da unità di neurologia italiane, dotate o anche non dotate di sezioni di laboratorio di diagnostica neuroimmunologica basata su test commerciali. Il progetto coinvolge campioni ematici/liquorali critici, per risultati non aderenti al fenotipo clinico, oppure dubbi o difficili da interpretare. L’interazione tra centri hub e spoke è prevista mediante applicazione web, utilizzabile per prenotare ed effettuare spedizioni di campioni (gratuite), raccogliere informazioni cliniche e visualizzare risultati.
L’imaging integra l’iter diagnostico di MG e NMOSD. In MG, TC/RMN del torace verificano modificazioni del timo in senso iperplastico/neoplastico. In NMOSD, il neuroimaging fa parte dei criteri diagnostici (4), definendo il coinvolgimento midollare (LETM) e dei nervi ottici (ON). Più di frontiera sono i tentativi di individuare signature patologia-specifiche nell’ambito delle sindromi infiammatorio-demielinizzanti del SNC, particolarmente in casi NMOSD AQP4-Ab-sieronegativi in diagnosi differenziale con SM, per i quali la RMN non convenzionale può essere d’aiuto (8). Criteri basati sulla localizzazione e sull’aspetto delle lesioni potrebbero funzionare nel discriminare NMOSD da SM e MOGAD (9).
In conclusione, una diagnostica integrata di laboratorio e di imaging, primariamente focalizzata su aspetti biologici (detezione di anticorpi patogenetici), permette di ottimizzare la gestione di pazienti con MG o NMOSD, in particolare i più “fragili”, favorendo la medicina di precisione.
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Riferimenti bibliografici
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