Skip to content
dottore punteggio

Valutare il ritardo terapeutico nei pazienti con SM

I determinanti più significativi sono l’EDSS e l’ARR

La Expanded Disability Status Scale (EDSS) e il tasso di ricaduta annualizzato (ARR) al basale sono i più importanti determinanti del ritardo terapeutico (therapeutic lag) tra i pazienti con sclerosi multipla (SM), secondo i risultati dello studio pubblicato su “Multiple Sclerosis” da Izanne Roos e colleghi dell’Università di Melbourne, in Australia.

Diverse evidenze hanno portato all’attenzione dei clinici il problema del ritardo terapeutico: nella SM, l’inizio o il cambio del trattamento è sollecitato dall’evidenza dell’attività della malattia, che spesso si presenta come ricadute o progressione della disabilità. Anche se le terapie immunomodulatorie riducono l’attività di malattia, non è ancora chiaro quale sia il tempo necessario per raggiungere il massimo effetto.

Gli autori di questo studio hanno raccolto i dati del registro MSBase, relativi da 125 centri in 37 paesi, e del registro Observatoire Français de la Sclérose en Plaques (OFSEP), relativi a 39 centri in Francia. Hanno poi stratificato i pazienti in coorti di progressione della disabilità (n=5415) e di ricaduta della malattia (n=10.192) e hanno valutato i pazienti in termini di EDSS e ARR.

Nella coorte dei pazienti con progressione della disabilità, un ritardo terapeutico più lungo era associato al sesso maschile (media: 55,8 settimane), a un punteggio EDSS maggiore o uguale a 6 (media: 47,5) e a un ARR maggiore o uguale a 1 (media: 52,4 settimane) rispetto alle donne (media: 31,8 settimane), ai pazienti con punteggi EDSS inferiori a 6 (media: 17,2 settimane) o a quelli con ARR inferiore a 1 (media: 29,2 settimane).

Nella coorte con ricadute di malattia, un ritardo terapeutico più lungo era associato al sesso femminile (media: 14,3 settimane), ai pazienti con punteggi EDSS di almeno 6 (media: 16,9 settimane) e a quelli con ARR inferiore a 2 (media: 14,9 settimane) rispetto agli uomini (media: 9,8 settimane), ai pazienti con punteggi EDSS inferiori a 2 (media: 9,2 settimane), o a quelli con ARR di almeno 2 (media: 11,1 settimane).

“I risultati sono rilevanti per la rianalisi degli studi clinici in pazienti con malattia più avanzata e la progettazione di studi clinici nella SM progressiva”, hanno concluso i ricercatori. “I risultati del trattamento nelle coorti con pazienti con punteggi di disabilità e attività di ricaduta più elevati dovrebbero essere interpretati considerando la durata prevista del ritardo terapeutico”.

Folco Claudi

Giornalista medico scientifico