Skip to content
batteri microbiota

Gli effetti benefici dei probiotici nella sclerosi multipla

Da una metanalisi sono emersi vantaggi in termini di riduzione della disabilità e dei sintomi depressivi nonché nella salute generale

Nei pazienti con sclerosi multipla recidivante remittente (SMRR), l’integrazione con probiotici può essere associata a una progressione più lenta della disabilità, riduzione dei sintomi depressivi e miglioramenti nella salute generale, secondo i risultati di una meta-analisi pubblicata sull’International Journal of Clinical Practice da Shahrzad Mirashrafi della Isfahan University of Medical Sciences, in Iran, e colleghi.

In passato alcuni studi hanno ha teorizzato che uno squilibrio all’interno del microbioma intestinale possa innescare malattie autoimmuni come la SM. Alcuni ricercatori ritengono quindi che l’integrazione probiotica con ceppi di batteri benefici aiutare il trattamento della SM. Le evidenze su questo tema però scarseggiano: la maggior parte degli studi è stata condotta su piccoli campioni e su periodi di tempo brevi.

Mirashrafi e colleghi hanno raccolto tutti i dati disponibili sulla supplementazione probiotica in pazienti con SMRR per trarre una conclusione più solida sul suo effetto sugli esiti clinici e sulla salute generale. A questo scopo hanno considerato quattro studi clinici che comprendevano una coorte di 213 pazienti (età: 34-40 anni) con SMRR con durata media della malattia tra 4,3 e 6,7 anni. I ricercatori hanno anche identificato altri 6 studi che presentavano gli stessi interventi ma risultati diversi e hanno incluso questi studi in una revisione sistematica.

Un totale di 106 partecipanti sono stati assegnati in modo casuale a un gruppo di integrazione probiotica, mentre 107 sono stati assegnati in modo casuale al controllo. Il contenuto probiotico negli studi meta-analizzati includeva Lactobacillus acidophilus, Lactobacillus casei, Bifidobacterium bifidum e Lactobacillus fermentum, Bifidobacterium infantis, Bifidobacterium lactis e Lactobacillus reuteri, tra diversi altri batteri.

Dagli studi sono emersi miglioramenti significativi dopo l’integrazione probiotica sull’Expanded Disability Status Scale (differenza media ponderata [WMD]: -0,43; p<0,001), Beck Depression Inventory-II (WMD: -3.22; p<0,001) e General Health Questionnaire (WMD: -4,37; p<0,001). Al contrario, non ci sono stati cambiamenti significativi nel peso corporeo (WMD: 0,16; p =0,923) e indice di massa corporea (WMD: 0,04; p =0,939) dopo l’integrazione probiotica.

Folco Claudi

Giornalista medico scientifico