SM, il volume del midollo spinale come marker di progressione e disabilità
Il tasso annuale medio di perdita di volume per la variazione del punteggio EDSS
Il volume del midollo spinale è correlato al numero di recidive cliniche nella forma recidivante-remittente della sclerosi multipla (SMRR), ma complessivamente non mostra differenza tra la forma recidivante-remittente e la forma secondariamente progressiva (SMSP). È questa la conclusione di uno studio pubblicato sulla rivista Neurology da Naurda Charidimos Tsagkas e colleghi dell’Università di Basilea, in Svizzera. Inoltre, il volume del midollo spinale si è dimostrato un forte predittore di disabilità fisica e di progressione di malattia, e si candida quindi a essere utilizzato come marcatore per il monitoraggio di questi parametri clinici.
Gli studi trasversali condotti in passato hanno mostrato che la perdita di volume del midollo spinale è correlata alla gravità di malattia nella SM, ma finora mancavano dati relativi a studi a lungo termine. Obiettivo di questo studio era di valutare la perdita di volume del midollo spinale quale biomarcatore della progressione di malattia in confronto con altre misurazioni di risonanza magnetica in 231 pazienti con SM (180 con SMRR e 51 SMSP).
I dati mostrano che nei pazienti con SMSP il volume del midollo spinale era inferiore al basale, ma non subiva una diminuzione accelerata rispetto ai pazienti con SMRR. Si è scoperto anche che le recidive cliniche erano predittive di diminuzione di volume spinale nella SMRR. Inoltre, la perdita di volume spinale, ma non il volume cerebrale totale e il volume delle lesioni T2, era un forte predittore di peggioramento del punteggio EDSS.
Il tasso annuale medio di perdita di volume spinale è risultato il più forte predittore di risonanza magnetica per la variazione annuale media del punteggio EDSS sia dei pazienti SMRR sia di quelli SMSP. Ogni 1% d’incremento nel tasso annuale di perdita di volume spinale è risultato associato a un ulteriore 28% nell’incremento del rischio della progressione di malattia negli anni seguenti in entrambi i gruppi.