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Infarti cerebrali, ictus e patologie dei piccoli vasi

Gli infarti cerebrali si verificano in un quarto dei pazienti con una storia di ictus e sono associati a punteggi peggiori di malattia dei piccoli vasi (SVD) al basale, secondo i risultati dello studio pubblicato sulla rivista “Neurology” da ricercatori dell’Università di Edimburgo. La ricerca è nata con lo scopo di determinare la frequenza degli infarti incidenti a un anno dall’ictus minore e la loro relazione con il carico di SVD al basale, i rischi vascolari, l’ictus ricorrente e gli esiti cognitivi.

Sono stati reclutati 229 partecipanti, con età media di 65,9 anni. Oltre la metà di tutti i partecipanti, 131 su 229 (57,2%), aveva avuto un ictus lacunare indice. Dal basale alla risonanza magnetica a un anno, sono stati rilevati 117 infarti incidenti in 57 partecipanti (24,8%). Gli infarti di tipo sottocorticale (86/117 [73,5%] in N= 38/57 [66,7%]) sono risultati molto più frequenti rispetto al sottotipo corticale (N= 19/57 [33,3%]).

Solo 7 dei 117 infarti incidenti corrispondevano temporalmente a sindromi cliniche di ictus. Il punteggio SVD al basale è stato il più forte predittore di infarti incidenti (odds ratio [OR] aggiustato: 1,87; IC al 95%: 1,39-2,58), mentre la pressione arteriosa media non è risultata un fattore rilevante.

Per quanto riguarda gli esiti cognitivi e funzionali a un anno, valutati mediante Montreal Cognitive Assessment (MoCA), un punteggio più basso a un anno era associato a un MoCA inferiore al basale (β: 0,47, IC al 95%: 0,33-0,61), a punteggi relativi all’intelligenza inferiori e a un’età più avanzata. Un mRS (modified Rankin scale) più alto a un anno era associato solo a un mRS più alto al basale (OR: 5,57; IC al 95%: 3,52-9,10). Nessuno dei due esiti era associato a infarti incidenti.

Folco Claudi

Giornalista medico scientifico