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Stabilizzatori umore

Stabilizzatori dell’umore e ictus: una correlazione significativa

Scoperta analizzando i dati di una coorte di pazienti con distubo bipolare

L’uso degli stabilizzatori dell’umore può essere associato a un incremento del rischio di ictus in pazienti con disturbo bipolare. Lo rivela uno studio pubblicato sul “British Journal of Psychiatry” da Chian-Jue Kuo, della Taipei Medical University che ha analizzato retrospettivamente i dati di una coorte di 19.433 pazienti con disturbo bipolare inseriti nel Taiwan National Health Insurance Research Database. Nella coorte, sono stati riconosciuti, tra il 1999 e il 2012, 609 casi di ictus. Per esaminare l’associazione tra esposizione acuta a stabilizzatori dell’umore e insorgenza di ictus, gli autori hanno usato un disegno a casistica incrociata di 14 giorni. Nell’arco di 14 giorni, i potenziali fattori sono stati confrontati in pazienti e controlli per correlare specifici stabilizzatori dell’umore con diverse forme di ictus: emorragico, ischemico e altri.

Dopo analisi di regressione, i ricercatori hanno scoperto che gli stabilizzatori dell’umore erano collettivamente associati a un significativo incremento del rischio di ictus in partecipanti con disturbo bipolare (adjusted risk ratio (aRR): 1,26). Per quanto riguarda i diversi specifici agenti, l’esposizione a carbamazepina è risultata associata al più elevato rischio di ictus (aRR: 1,68), in particolare di ictus ischemico (aRR: 1,81). Inoltre, è emerso che l’esposizione all’acido valproico era associata a un maggior rischio di ictus emorragico (aRR: 1,76). L’esposizione a lamotrigina e litio non è risultata associata a un incremento del rischio di ictus.

“Questi risultati possono offrire una guida per la scelta degli stabilizzatori dell’umore in pazienti con disturbo bipolare che richiedono una terapia acuta e che hanno già altri fattori di rischio per ictus”, scrivono i ricercatori nello studio.

Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.