I pattern FDG-PET cerebrali atipici nei pazienti con Parkinson
Alcuni studi condotti in passato hanno mostrato che al declino cognitivo tipico della malattia di Parkinson (PD) possono essere associati segni di ipometabolismo cerebrale.
In un recente studio apparso sulla rivista “Parkinsonism and Related Disorders” a firma di Alberto Imarisio, dell’Università di Brescia, e colleghi di una collaborazione multidisciplinare tra istituti italiani, è stato valutato l’impatto dell’ipometabolismo cerebrale sugli esiti cognitivi e motori a lungo termine del Parkinson in singoli soggetti valutati mediante PET con fluorodesossiglucosio (FDG-PET).
Quarantanove pazienti, senza demenza al basale secondo i dati FDG-PET cerebrali, sono stati sottoposti a un ampio follow-up clinico per otto anni. La capacità della FDG-PET di predire la progressione cognitiva e motoria a lungo termine è stata valutata utilizzando strumenti statistici quali la regressione di Cox e modelli misti ANCOVA.
I partecipanti sono stati classificati in base allo schema FDG-PET con metabolismo corticale tipico (N= 26) oppure atipico (N= 23). I pazienti con pattern ipometabolico cerebrale atipico hanno mostrato una maggiore incidenza di demenza (60% vs. 3%; HR = 18,3), allucinazioni (56% vs. 7%, HR = 7,3) e un declino motorio più rapido rispetto al gruppo con pattern tipico.
Secondo le conclusioni degli autori, i dati raccolti depongono a favore dell’esistenza di schemi specifici di ipometabolismo corticale nelle scansioni FDG-PET che possono servire quali marcatori prognostici per gli esiti cognitivi e motori a lungo termine a livello di singolo soggetto.